Coltellata a Brumotti, chiesti 5 anni

Era stato aggredito con la sua troupe ai giardini di via Azzone Visconti da due giovani gambiani

Vittorio Brumotti

Vittorio Brumotti

di Stefania Totaro

Chiesti 5 anni di carcere per l’aggressione a Vittorio Brumotti e alla sua troupe ai giardini di via Azzone Visconti. Il pm della Procura di Monza Salvatore Bellomo ha concluso la sua requisitoria chiedendo la condanna dei due gambiani residenti asilo, G.D.S., 26enne e T.L., 20enne, imputati di rapina e tentata rapina aggravata nel processo al Tribunale di Monza per la vicenda accaduta lo scorso 12 gennaio al campione di bike e conduttore televisivo per Striscia la Notizia, andato con due attori a documentare lo spaccio di droga nello spazio verde a pochi passi dal centro storico monzese, dove recentemente la Questura di Monza ha eseguito 53 ordinanze di custodia cautelare relativi alla vendita di sostanze stupefacenti. Tra cui lo stesso 20enne ora imputato. I due si trovano detenuti in carcere da quando i poliziotti li hanno arrestati perchè riconosciuti dalle vittime come gli aggressori.

Un collaboratore di Brumotti era stato picchiato e ferito con una coltellata ad una gamba per strappargli dalla tasca del giubbotto una mini telecamera a forma di penna che serviva per filmare, suo figlio era stato strattonato e malmenato nel tentativo di portargli via il portafoglio, mentre Brumotti che era intervenuto in loro aiuto era stato raggiunto da un fendente al petto e non aveva avuto la peggio soltanto grazie al fatto che indossava un giubbetto antiproiettile.

"I giardini di via Azzone Visconti erano diventati un’area di spaccio di droga a cielo aperto, con un’occupazione quasi militare da parte degli spacciatori, che avevano istituito una propria legislazione - ha dichiarato in aula il pm - Gente pronta ad aggredire per il controllo del territorio, anche in modo violento e con l’utilizzo di un coltello, come è accaduto alla troupe di Striscia la notizia e allo stesso Brumotti, che se la sarebbe passata brutta se non avesse indossato il giubbotto antiproiettile".

Una tesi contestata dai difensori degli imputati. "Si è trattato del copione di una recita con tanto di attori per tendere una trappola agli imputati attirando la loro attenzione - hanno sostenuto gli avvocati dei gambiani - Non sono stati gli imputati a offrire la cocaina, ma gli attori a chiederla con in mano una banconota da 20 euro. Gli imputati hanno visto la telecamera nascosta e hanno reagito bruscamente per impossessarsene perchè non volevano che la loro faccia finisse in televisione, per la loro condizione personale e per l’ambito di disvalore sociale in cui le riprese erano state eseguite.

Si è trattato di un’intrusione nel diritto di privacy degli imputati, che quindi vanno assolti dalle accuse. Per quanto riguarda Brumotti, in una precedente intervista il conduttore aveva già mostrato un giubbotto antiproiettile con un taglio sul petto, quindi non è provato che il taglio gli sia stato procurato in occasione dell’aggressione con un coltello, di cui nessuno era in possesso". Dal canto loro i due gambiani hanno negato l’aggressione, sostenendo di avere soltanto preso la telecamera ed essere scappati. "Mi sono fermato quando mi hanno avvicinato mentre mi stavo allenando", ha sostenuto G.D.S., arrivando alle lacrime quando ha raccontato di essere un "fenomeno" a giocare al pallone, "ma ho dovuto smettere di giocare perchè mi è scaduto il permesso di soggiorno e devo fare il ricorso però non ho i soldi. Sono venuto in Italia per avere un futuro migliore invece sono finito in carcere". La sentenza il 5 novembre.