Colombi resta in cella Una maturità a ostacoli

Aveva innescato la catena che avrebbe portato alla morte di Simone Stucchi. Il difensore: "Non è accusato di omicidio, valuto il ricorso al Tribunale della libertà"

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di Barbara Calderola

Davide Colombi resta in cella, niente domiciliari per il 19enne che domani avrebbe dovuto cominciare gli esami di maturità al Floriani. Lo stesso istituto fuori dal quale il 29 settembre scorso fece a botte con il rivale della banda pessanese innescando la catena mortale che poche ore dopo si sarebbe chiusa con Simone Stucchi in fin di vita sul marciapiede. Accoltellato al cuore durante la rissa al parco Giramondo nel piccolo centro dell’hinterland a pochi chilometri per un debito di droga in cui non c’entrava niente e un apprezzamento di troppo alla fidanzata di Colombi. Fu l’amico a chiedergli di partecipare al “chiarimento” al quale i brianzoli arrivarono "con poche armi", qualche mazza da baseball, una canna di bambù e invece si trovarono contro rivali attrezzati di tutto punto con lame, incappucciati e in gran numero.

"La nostra richiesta dei domiciliari non è stata accolta nonostante Davide non sia accusato di omicidio - dice l’avvocato del ragazzo Cristina Biella -. Neppure la questione della droga giustifica la misura cautelare. Sto valutando il ricorso al Tribunale della libertà". Venerdì, durante l’interrogatorio davanti al gip Luca Milani e al pm Angelo Cristillo Colombi, era scoppiato in lacrime. Lo studente ha ricostruito le fasi dell’aggressione all’edicolante e il suo tentativo di salvarlo, stringendogli attorno alla ferita al petto il proprio maglione, per poi chiamare i soccorsi. Il pubblico ministero si era associato alla richiesta del legale di scarcerarlo "ma Davide è in cella da mercoledì scorso", ricorda Biella. Il giorno della retata che ha messo 24 ragazzi davanti alle proprie responsabilità: sono accusati a vario di omicidio in concorso, spaccio, rissa, lesioni. Ma fino agli arresti, scrive il gip nell’ordinanza di custodia cautelare per i maggiorenni, "erano più preoccupati di proseguire i loro affari con gli stupefacenti di quanto accaduto". E quanto è accaduto è la fine di Simone. Colombi quest’estate avrebbe dovuto diplomarsi. "I magistrati ritengono importante questa tappa nel percorso di consapevolezza che ha intrapreso dopo l’assassinio dell’amico - sottolinea l’avvocato -. Chiederemo alla scuola una sessione speciale d’esame per lui, a settembre". Il preside Daniele Zangheri aspetta la richiesta. "Non conosco Davide personalmente. So però che da anni le scuole sono un ascensore sociale, a volte centrano il risultato, altre no. Sulla droga vorrei sgomberare il campo da equivoci: facciamo tutti i controlli necessari e quando abbiamo sentore di qualcosa che non va, chiamiamo i carabinieri. Ma il nostro mondo non è fuori dalla società: nella scuola succede lo stesso che nello spettacolo, nelle professioni, negli ospedali. Il legame con gli stupefacenti ha radici lontane: racconta la fragilità degli esseri umani. E il Covid ha peggiorato la situazione".