Cleaf, operai in sciopero per il premio di risultato

Oltre 70 hanno partecipato al presidio davanti alla sede di via Bottego a Lissone. L’azienda dice no: "Difficoltà per la pandemia e per il rincaro delle bollette"

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di Fabio Luongo

Braccia incrociate alla Cleaf. I lavoratori della storica impresa brianzola, leader nella produzione di pannelli nobilitati e laminati per il comparto legno-arredo, sono scesi in sciopero ieri per protestare contro la scelta dell’azienda di non accogliere le richieste avanzate dai dipendenti attraverso Rsu e organizzazioni sindacali. Oggetto del contendere, tra le altre cose, l’istituzione di un premio di risultato che, col raggiungimento di determinati obiettivi, redistribuisca una parte della ricchezza creata.

Questo per migliorare le condizioni contrattuali delle circa 270 persone che operano nella ditta, distribuite in quattro sedi tra Lissone, Macherio e Desio. L’astensione dal lavoro è durata l’intera giornata, con un presidio sindacale per buona parte della mattina davanti alla sede lissonese di via Bottego.

Presidio a cui hanno preso parte una settantina di lavoratori: chiedono che i buoni risultati economici ottenuti dall’azienda abbiano riflessi positivi anche per loro, attraverso la creazione di un premio di risultato da redistribuire tra i dipendenti. Domandano poi una condivisione maggiore su quanto già "viene unilateralmente garantito, come indennità di turno o mansione". "Al presidio erano presenti più di 70 lavoratori, ma l’astensione dai turni è stata sicuramente più alta - raccontano Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil Monza e Brianza -. Ora chiederemo un nuovo incontro con l’azienda e vedremo di riaprire la discussione: la forte adesione allo sciopero dimostra un’esigenza sentita da parte dei lavoratori".

L’impresa però replica e dice di non poter soddisfare in questo momento tali richieste, in particolare dopo le difficoltà legate all’emergenza Covid e coi problemi posti dall’aumento delle bollette energetiche e dei costi delle materie prime. "Cleaf è un’azienda conosciuta e apprezzata dai professionisti del settore arredo e interior design di tutto il mondo - spiega il direttore industriale, Andrea Martinelli -. Nonostante questa posizione di rilevanza, negli ultimi 2 anni abbiamo vissuto un periodo di incertezza e difficoltà a causa della pandemia e dei continui rincari dei costi delle materie prime e dell’energia".

"Siamo in costante ascolto dei nostri collaboratori per mantenere e migliorare, ove possibile, le condizioni organizzative e retributive - assicura Martinelli -. Riteniamo però che attualmente non ci siano i presupposti per istituire un premio di risultato. Confidiamo che i nostri collaboratori sappiano valutare positivamente un comportamento che tenacemente si adopera per il mantenimento dell’occupazione e il benessere di tutti".