Christian Frigerio prima vittima delle Bestie di Satana. La madre: mistero? L'hanno ucciso

Monza, parla Annalia Ferrarese, la donna che fece riaprire il caso sulla scomparsa del figlio svanito nel nulla nel 1996. Christian aveva 23 anni

Annalia Ferrarese con le foto del figlio Christian Frigerio

Annalia Ferrarese con le foto del figlio Christian Frigerio

Monza - Piove quella sera. Piove molto forte.Eppure Christian esce lo stesso di casa, sulla sua bicicletta. È inquieto, sembra avere paura. Quel mattino aveva chiamato il fratellino più giovane e si era raccomandato: "Stai attento, non uscire di casa, potrebbe essere pericoloso". Lui invece, dopo aver ricevuto una misteriosa telefonata, esce sotto una pioggia torrenziale. Non tornerà più a casa. Comincia così una delle sparizioni più misteriose e spaventose degli ultimi anni.

È il 14 novembre del 1996. Ma la verità, è stata raccontata e confermata più volte da chi l’aveva compresa subito. "Me lo hanno ammazzato. Quegli assassini lo hanno fatto fuori" ripete a 26 anni di distanza Annalia Ferrarese, la madre. Perché quel ragazzo era suo figlio, si chiamava Christian Frigerio, aveva 23 anni, e potrebbe essere stato la prima vittima delle Bestie di Satana. Una setta che si era macchiata di almeno tre delitti e un’istigazione al suicidio (Mariangela Pezzotta, Chiara Marino, Fabio Tollis e Andrea Bontade), reati per i quali tutti i suoi giovani membri sono stati condannati – al termine dell’inchiesta guidata dal magistrato Antonio Pizzi – a pene che complessivamente andavano da 12 anni all’ergastolo. Qualcuno di loro nel frattempo ha finito di scontare la sua pena ed è uscito, qualcuno no.

Ma i misteri su cosa abbia davvero commesso quel gruppo di ragazzi non sembra siano stati ancora chiariti. Annalia Ferrarese ormai si è messa l’animo in pace. "Avrei voluto un corpo su cui piangere, ma doveva andare così". Suo figlio, aveva detto l’allora procuratore di Monza, Antonio Pizzi, ormai deceduto da anni, era entrato in contatto con quei ragazzi dediti all’uso di droghe e con la testa piena di idee sanguinarie. Satanismo acido, lo avevano definito gli inquirenti. "All’epoca chiudemmo il cerchio su tre omicidi e una induzione al suicidio ma ci sono alcuni delitti molto simili, morti misteriose (18 i casi sospetti, ndr), probabilmente riconducibili al gruppo di assassini che furono condannati, ma su cui non siamo riusciti a fare chiarezza" aveva ammesso sconsolato al nostro giornale nel 2013. Macabri riti, droghe, suggestioni, sacrifici umani.

"Mio figlio mi aveva detto che aveva conosciuto dei ragazzi appassionati di metal come lui. Ricevetti anche strane telefonate che mi dicevano di non indagare oltre. Erano loro, lo avrei tragicamente compreso anni dopo". Quando Christian era ormai svanito nel nulla da mesi, il caso della setta era esploso su televisioni e giornali. Annalia Ferrarese aveva collegato quanto accaduto al figlio e aveva chiesto aiuto. La Procura di Monza aveva riaperto le indagini, con i membri delle Bestie di Satana in cella da tempo. Fra il 2006 e il 2007, quando Pizzi dalla Procura di Busto Arsizio si era trasferito a quella di Monza, li aveva fatti sfilare di nuovo davanti a lui per interrogarli, guidato dai ricordi evanescenti di Mario Maccione, sedicente medium della setta, la mente offuscata da anni di droghe. Aveva fatto scavare. A Monza, vicino alla chiesa sconsacrata di San Gregorio. E al Parco Increa di Brugherio, dove il gruppo di ragazzi si ritrovava a volte per i suoi riti di sangue. Non era emerso nulla. La terra non aveva parlato. Troppi anni, troppi cambiamenti, tracce troppo vaghe. Diversi luoghi erano rimasti ai margini delle indagini, come l’ex Rista, un lanificio abbandonato ai confini di Brugherio con un sistema di camminamenti e tunnel sotterranei dove pare avvenisse a volte l’iniziazione degli adepti della setta, sottoposti a bruciature di sigaretta, morsi, tagli. Alla fine era stato tutto archiviato.

"Ho 69 anni ormai - sussurra oggi mamma Annalia - ho fatto di tutto per ritrovarlo ma alla fine mi sono dovuta arrendere". Una dozzina di anni fa ha chiesto e ottenuto dal Tribunale che venisse fatta la dichiarazione di morte presunta del figlio, per chiudere una partita che ormai non aveva più senso tenere aperta."Anche di recente è stato a casa mia Michele Tollis, il padre di Fabio, il cui corpo era stato trovato seppellito nel 2004 assieme a quello di Chiara Marino in un bosco di Somma Lombardo. Ci eravamo già visti più volte, provo ancora tanta rabbia, ho perso un figlio per 4 assassini scapestrati e ci dovrò convivere per tutta la vita. A volte mi stupisco di essere riuscita a sopravvivere, le famiglie di persone scomparse come la mia sono abbandonate dallo Stato e lasciate a loro stesse".