Dai vaccini ai profughi, il centro accoglienza all’ex Esselunga preoccupa Vimercate

Monza, verifiche in corso con la proprietà: si pensa a tende al coperto per 50 posti. L’ipotesi non piace ai residenti ma il Comune non ha competenza diretta

L'ex Esselunga di Vimercate

L'ex Esselunga di Vimercate

Un centro di prima accoglienza dei profughi a Vimercate. Dentro la vecchia Esselunga. Che passerebbe da supermercato a centro vaccinale (durante l’emergenza sanitaria) a una tendopoli coperta per ospitare provvisoriamente i migranti distribuiti nella provincia di Monza e Brianza in momenti di flusso particolarmente alto. Nulla è ancora stato deciso, precisano dalla Prefettura (la valutazione è in corso tra proprietà dell’immobile ed ente gestore), ma sembra essere questo il destino per la ex struttura di vendita sul territorio di Vimercate, con una previsione di massimo 50 posti a disposizione.

In Comune sono arrivate le prime reazioni preoccupate dei cittadini, in particolare quelli residenti nella zona. "Chi garantirà la nostra sicurezza? Potremo ancora fare una passeggiata serale tranquilla nel quartiere? Non ci sono soluzioni altrove?". Sono le domande di una ventina di residenti che ieri mattina si sono presentati alla conferenza stampa organizzata dal sindaco Francesco Cereda per spiegare la situazione e le prospettive.

«Si tratta di una scelta della Prefettura che non dipende da noi e sulla quale non abbiamo sostanzialmente voce in capitolo – spiega il primo cittadino –. Noi avremmo preferito che continuasse l’accoglienza diffusa sul territorio della nostra provincia ma a quanto pare non sono arrivate le autorizzazioni su alcuni immobili e quindi la Prefettura ha dovuto individuare delle strutture da trasformare ad hub, tra queste l’Esselunga". I contatti con il privato sono già stati avviati, sono stati effettuati nei giorni scorsi anche alcuni sopralluoghi e tutto sembrerebbe andare nella direzione di un accordo, anche se i vertici aziendali dovrebbero ancora dare il via libera definitivo.

"L’ipotesi è che diventi un centro di transito temporaneo, per periodi molto brevi, per i migranti arrivati in momenti di particolare picco e per i quali non emerge subito una soluzione abitativa – prosegue il sindaco –. Anche per questo motivo i lavori da fare, al di là di importanti interventi sulla sicurezza, antincendio, sanitari, sarebbero relativi, perché verrebbero allestite delle vere e proprie tende. Capaci di accogliere massimo una cinquantina di persone". I tempi non sono ancora certi, "ma se le due parti dovessero trovare l’accordo credo che si aggirerebbero intorno al mese e mezzo, due mesi", dice Cereda. La struttura commerciale, chiusa nel 2017, durante il Covid è diventata centro vaccinale.

Dopo una prima ipotesi di abbattimento, poi bocciata dall’attuale amministrazione comunale, rientrava in un piano integrato di intervento per il quale avrebbe dovuto essere riqualificata, con nuove funzioni miste. Adesso, torna tutto di nuovo in gioco. E tra un paio di mesi potrebbero arrivare i primi migranti sbarcati sulle coste italiane alla ricerca di un futuro migliore.