
di Stefania Totaro
Stop agli arresti domiciliari per un’altra indagata sul presunto malaffare alla polizia stradale di Seregno. L’avvocata Angela Mazzocchi, monzese appartenente al Foro di Milano, indagata per corruzione insieme agli agenti Pasquale Ponticelli e Alessandro Masella (ancora in carcere), ha chiesto alla gip del Tribunale di Monza Pierangela Renda, attraverso il suo legale, l’avvocato Marco Lacchei, la revoca per mancanza delle esigenze cautelari della misura degli arresti domiciliari. La giudice ha rimesso in libertà l’avvocata, disponendo però a suo carico il provvedimento interdittivo della sospensione dalla professione per tre mesi.
Attende invece ancora il responso della gip su una medesima istanza il poliziotto Pasquale Ponticelli, difeso dall’avvocato Maurizio Bono, che mira a lasciare il carcere per ottenere quantomeno gli arresti domiciliari. Al momento invece nessuna istanza è stata presentata dall’agente Alessandro Masella. I due poliziotti della stradale sono accusati di avere inviato all’avvocata come clienti alcuni automobilisti fermati e sanzionati per violazioni del codice della strada, per cui preparavano anche i ricorsi che poi la legale presentava e in cambio ottenevano la loro parte della parcella. Accuse negate dalla Mazzocchi nell’interrogatorio di garanzia davanti alla gip, che si era vista però respingere la richiesta di revoca dei domiciliari. Questo prima che il Tribunale del Riesame di Milano annullasse uno dopo l’altro gli arresti domiciliari per i quattro imprenditori indagati. Per mancanza di gravi indizi di colpevolezza sono stati rimessi in libertà gli imprenditori Emilio Giussani, Ivano Santambrogio e Salvatore Rombolà, provocando il conseguente annullamento degli arresti domiciliari anche per l’ex comandante della stradale seregnese Gabriele Fersini. Da allora per gli altri indagati la strada è apparsa in discesa. È tornato in libertà su decisione del Tribunale del Riesame anche Salvatore Prestifilippo, titolare della ‘Real Car’ di Desio, accusato di concorso in corruzione insieme a Pasquale Ponticelli, che avrebbe mandato nell’officina automobilisti fermati o sanzionati per mancanza della revisione della vettura e fatto anche ricerche sui database su persone indicate dall’imprenditore in cambio di denaro, della riparazione gratuita dell’auto e anche di generi alimentari. Sulla mancanza di esigenze cautelari, accolta dai giudici della libertà milanesi, la difesa di Prestifilippo ha puntato il dito sul fatto che "per fatti contestati che si esaurivano nei primi mesi del 2018, la misura di custodia cautelare degli arresti domiciliari è stata chiesta nell’ottobre del 2019 e applicata un anno e due mesi dopo". La decisione di rimettere in libertà l’ultimo imprenditore, quantomeno per il venir meno delle esigenze cautelari, ha spinto anche l’avvocata Mazzocchi a muoversi in questo senso, nonostante non avesse presentato alcun ricorso al Riesame o in Cassazione. Li ha presentati entrambi, invece, la difesa di Pasquale Ponticelli, che ha però deciso, nell’evolversi della situazione del ‘fuori tutti’, di presentare a sua volta istanza alla gip, chiedendo di lasciare il carcere visto che, essendo stato sospeso dal servizio in polizia, non può più commettere reati analoghi. C’è da aspettarsi che, se la risposta della giudice sarà positiva, la stessa strada verrà seguita anche dall’ultimo poliziotto indagato.