
La Cascinazza continua a essere terreno che dà lavoro agli avvocati e non ai costruttori e, anche quest’anno, si aggiunge un ulteriore capitolo al pluridecennale contenzioso sull’edificabilità dei 50 ettari lungo il Lambro a sud di Monza che fin dal 1964 contrappone tutti i suoi proprietari al Comune.
Lenta Ginestra srl, la società immobiliare del gruppo Cabassi che dal 2008 ha preso dalla famiglia Berlusconi la proprietà dei terreni della Cascinazza, ha presentato ricorso in appello al Consiglio di Stato contro due sentenze del Tar, una della fine del 2018 e l’altra di inizio 2019, con cui non venivano riconosciute le richieste di annullamento di tutti i documenti urbanistici approvati dalla città che negano l’edificabilità dell’area.
In lista ci sono le due varianti al Pgt del 2014 e del 2017, la convenzione del 2015 con cui i terreni agricoli sono stati inseriti nel Parco sovracomunale della Media Valle del Lambro aumentando i vincoli, e le relative richieste di risarcimento danni.
Si tratta di un aggiornamento del filone amministrativo del contenzioso, avviato da Lenta Ginestra nel 2012 con una serie di ricorsi contro i principali strumenti urbanistici approvati a Monza: a luglio 2014 furono presentati due ricorsi al Tar sia per opporsi alla revoca del 2012 della Variante al Pgt dell’ex assessore Romani che prevedeva 410mila metri cubi di edificazioni sulla Cascinazza, sia contro il successivo Pgt dell’ex assessore Colombo che riduceva a 20mila metri cubi le previsioni e poi i successivi atti del Comune che hanno aumentato i vincoli.
La richiesta della proprietà nei tribunali è sempre stata di vedersi riconoscere i titoli per l’edificabilità dell’area che sarebbero acquisiti dal 1962, per una convenzione stipulata dai Ramazzotti, allora proprietari, con il Comune, per costruire un quartiere da 1,8 milioni di metri cubi, oppure avere il risarcimento per la mancata realizzazione quantificato in 66 milioni, cifra per cui è aperta una contesa in sede civile. I giudici amministrativi hanno finora respinto le richieste della proprietà e anche le ultime sentenze del 2018 e 2019 confermano la validità delle decisioni prese dal Comune. Con i nuovi ricorsi al Consiglio di Stato, unificati in una udienza fissata per il 19 novembre, deve proseguire la difesa del municipio che settimana scorsa ha confermato l’incarico all’avvocato Mario Viviani.
Martino Agostoni