Treno deragliato a Carnate, addio ai vagoni

Pronti per essere spediti, il primo è già sul trasporto speciale che lo condurrà a un deposito milanese

Uno dei vagoni pronti a essere trasportati

Uno dei vagoni pronti a essere trasportati

Carnate (Monza e Brianza), 3 ottobre 2020 -  Vagoni impacchettati pronti per essere spediti, il primo è già sul trasporto speciale che lo condurrà a un deposito milanese di Trenord dove resterà fino alla fine dell’inchiesta. È sotto sequestro come il resto del treno fantasma deragliato il 19 agosto, a Carnate. Operazioni di sgombero in corso nella stazione dove un mese e mezzo fa si è evitata la tragedia.

Il convoglio che viaggiava da solo, senza macchinista e capotreno, è stato fermato a pochi metri da una palazzina dove abitano sei famiglie e passa una strada. Una manovra d’emergenza scattata dopo l’Sos del personale, sceso a terra per una pausa-caffè e rimasto sulla panchina a Paderno-Robbiate mentre il mezzo, senza freno secondo la ricostruzione degli inquirenti, era ripartito viaggiando per inezia. Fino al binario morto sul quale, dopo 10 chilometri, è stato fermato dai tecnici ferroviari. A bordo un solo passeggero, per fortuna, solo leggermente ferito.

La prima carrozza uscita dalle rotaie è stata usata come sfondo per selfie da un esercito di curiosi arrivati anche da lontano per uno scatto nella stazione al centro delle cronache per giorni. La seconda era stata tolta dai binari quasi subito e parcheggiata sul lato destro di via Volta, di fronte a un altro piccolo condominio, sventrato nella parte più vicina alla ferrovia al piano terra dove prima c’era una palestra, dalle ruote perse da una delle carrozze. Una breccia di quasi due metri di larghezza per uno di altezza. Poi, era toccato al terzo, rimasto in bilico sulla massicciata. Un’immagine indelebile nella memoria di centinaia di testimoni.

Ora, l’ultima tranche della rimozione. Questa settimana sono saliti sugli autotreni anche gli altri vagoni che erano rimasti accanto al parcheggio, testimoni muti di quel che sembrava non sarebbe mai potuto succedere e che invece è successo. Prima sono stati avvolti nel cellophane. L’inchiesta chiarirà le responsabilità, mentre la memoria corre a quel mezzogiorno di un mercoledì afoso con il convoglio che sfreccia dal Lecchese fino allo snodo brianzolo dove è stato “accompagnato” fuori pista. Minuti drammatici per la catena di comando della linea che ha deciso di arrestarne la marcia con una manovra difficile e perfettamente riuscita. Il bilancio dell’episodio poteva essere molto diverso, il treno avrebbe potuto raggiungere Monza o Milano Garibaldi con conseguenze facili da immaginare. Per i gitanti, fra loro anche molti pensionati con la macchina fotografica al collo, quasi il set di un film. Ma è accaduto davvero.