Morto Carlo Formenti: addio al pioniere dei televisori "made in Brianza"

Aveva 95 anni. Icona dell’elettronica di consumo, dal nulla ha creato il terzo gruppo in Europa negli anni ‘80 e ‘90

Carlo Formenti nel 1985 con il figlio Giovanni

Carlo Formenti nel 1985 con il figlio Giovanni

Desio (Monza e Brianza) - Ha dato un’ultima occhiata ai suoi cinque figli, per accertarsi che fossero tutti attorno al letto, poi se ne è andato serenamente. Lasciando in eredità una grande storia imprenditoriale. Una storia fatta di etica, suo vero marchio di fabbrica. Di rispetto per i propri dipendenti, trattati sempre come figli e salvati fino all’ultimo nel momento del fallimento. Di creatività, lungimiranza e piedi per terra, da vero brianzolo. Carlo Formenti è morto nella notte tra lunedi e martedì, a 95 anni. Una vera e propria icona, nel settore dell’elettronica di consumo. Capace di aprire la prima società nemmeno maggiorenne, che progettava e costruiva radioricevitori, e arrivare a gestire il terzo gruppo in Europa nel settore delle televisioni, tra gli anni ‘80 e ‘90. Producendo sia in proprio sia per conto terzi (Telefunken, Singer, Siemens, Phoenix, Philco e molti altri).

«Ha fatto una vita felice – lo ricorda il figlio Giovanni, con grande lucidità e amore – perché ha inseguito la sua passione. Visione, creatività, ma anche concretezza, cura dei dettagli e qualità estrema lo hanno portato al successo. Tutte caratteristiche che aveva nel suo dna". Un dna che fa subito crescere la sua piccola attività fondata a Desio. A 21 anni ha già 15 dipendenti e produce circa 50 radio al giorno. Negli anni ‘60 il grande salto: da fabbrichetta artigianale ad industria, con l’acquisizione di una fabbrica a Concorezzo dove realizzare tv in bianco e nero. "È da qui che è entrato nell’olimpo dei grandi produttori europei – racconta il figlio, che insieme al fratello Giulio dagli anni ‘80 ha fatto parte del management –. Abbiamo aperto stabilimenti in Francia, Germania, Spagna".

Sono tanti gli italiani e non solo che hanno in casa una tv "made in Formenti". Alcuni primati suggellano negli anni ‘70 il successo della Formenti, che è la prima industria a commercializzare in Italia il televisore con telecomando senza fili ed il televisore portatile interamente transistorizzato. A metà degli anni ‘90 ecco l’acquisizione della Seleco, con la quale arriva il momento di massima espansione, con l’apertura di sedi anche a Pordenone e Caserta. Si arriva a un giro di affari di oltre 200 miliardi, con la produzione di 500mila pezzi. Ricerca , innovazione, intuizione, design: tutto funziona alla grande fino all’inizio del nuovo millennio, quando invece si intravedono le prime insidie globali.

"Succede che si addensano le prime nubi all’orizzonte – ricorda Giovanni Formenti – soprattutto a causa della tenaglia cinese. È partito un meccanismo letale per il quale i produttori di componentistica si sono spostati verso l’Oriente e i costruttori europei sono rimasti strozzati". Nel 2005 arriva quindi il momento di alzare bandiera bianca. Ed è qui che l’imprenditore brianzolo dimostra tutta la sua classe, il suo codice genetico: "Non ha cercato concordati preventivi o altre scorciatoie ma ha preferito la via della liquidazione volontaria. In quel momento avevamo circa 700 dipendenti e si è voluto assicurare che tutti fossero ricollocati nelle aziende alle quali avevamo venduto i marchi. Fino a quando l’ultimo dipendente non è stato sistemato, non si è sentito a posto, perché per lui erano come figli".

Una storia famigliare e imprenditoriale che ha lasciato dei grandi insegnamenti, non solo ai propri figli: "Etica, etica, etica, per lui era la sua stella polare – ripete Giovanni – e lo ha sempre dimostrato. E poi la positività: il sorriso era un altro dei suoi marchi di fabbrica. In queste ore stiamo piangendo tutti, ma lui ci avrebbe detto ‘avanti, forza!’ ed è quello che faremo". Come lui si è sempre prodigato per gli altri, con 40 anni di attività nel Rotary, senza trascurare la passione per lo sport, tra sci sulla neve e sci nautico. Un uomo sempre in movimento, pioneristico, che ha rappresentato, rappresenta e rappresenterà una bandiera dell’imprenditoria brianzola e italiana. "Un uomo non facilmente ripetibile", lo saluta il figlio Giovanni.