BESANA IN BRIANZA – Sabrina Schillaci ha 56 anni e oggi si occupa di sport, crescita personale, formazione, coaching. E del marito di cui è la caregiver. Nella sua vita precedente era un architetto e il marito aveva un negozio di mobili che rappresentava il coronamento delle loro ambizioni professionali. “Conducevo una vita pianificata - racconta -, scandita dal lavoro, gli amici, lo svago, i viaggi. Una vita che avevo sognato e costruito mattone su mattone: il matrimonio con uno dei ragazzi più ambiti del paese, la laurea, il lavoro in proprio. Una notte nel 2007, quella vita da sogno è svanita”.
“Eravamo al lago con gli amici, stavamo festeggiando il Ferragosto, ed era una notte calda e afosa. Qualcuno ha proposto un tuffo per suggellare la fine delle vacanze ma da quel tuffo mio marito è riemerso tetraplegico. In un solo istante abbiamo perso tutto, come se un uragano avesse spazzato via ogni cosa”. Il 16 agosto lui entrò in ospedale, dove rimase 10 mesi “e io ritornai a casa, da sola”. Sabrina ha chiuso l’attività commerciale, ha ristrutturato casa per renderla accessibile, accompagnando il marito nel delicato passaggio da persona normodotata ed entusiasta della vita a persona dipendente da tutti. Anni difficili accompagnati dalla depressione.
Dopo cinque anni, fu un altro tuffo a trasformare, la loro vita. “Eravamo a Nizza per il weekend, e quella mattina di giugno del 2012 stavo camminando sulla Promenade e rimasi incantata da una scena quasi surreale: tanti individui, schierati come soldati, con le loro divise nere, stavano scrutando un mare quasi burrascoso e gli atleti si tuffarono per dare inizio all’Ironman di Nizza. In quel momento mi risvegliai da quel lungo sonno e decisi che anch’io sarei diventata un Ironman perché, se fossi diventata un super eroe, in grado di vivere questa nuova vita. Cominciai ad allenarmi”.
E lui decise che sarebbe tornato a guidare, “avrebbe cercato di recuperare un po’ di autonomia. Disputai tante gare, e diventai finalmente Ironman o un super eroe ma in realtà il cambiamento era avvenuto non tanto nel fisico quanto a livello mentale. Avevo ricevuto un dono ed era arrivato il momento di condividerlo. Così decisi che la nostra storia doveva essere portata alla luce in maniera tale che, chiunque si fosse trovato nella nostra stessa situazione, avrebbe avuto una speranza”.
Ma per farlo Sabrina dovette trovare qualcosa che catturasse l’attenzione dei media, dei giornalisti e così fondò Race Across Limits. Progettò un viaggio in bici da corsa, da Besana in Brianza a Santiago de Compostela. “Quel viaggio, compiuto da una donna, sconosciuta, interessò le tv, i giornalisti ed ebbi così l’occasione di cominciare a raccontare la mia storia di rinascita e la mia vita da caregiver”. Race Across Limits nel corso degli anni è cresciuta come numero di persone partecipanti e sponsor, è diventata un’organizzazione di volontariato con l’intento di supportare, formare e tutelare i caregiver. Nel 2023 “ho pubblicato il mio secondo libro: “Volevo essere un supereroe ma il costume di Wonder Woman era finito“.
“Dopo 17 anni di esperienza come caregiver, sono consapevole delle criticità che affrontiamo, dell’isolamento cui siamo sottoposti e della mancanza di aiuti concreti da parte delle istituzioni. Ho assunto il ruolo di portavoce in Regione Lombardia dell’esercito invisibile dei caregiver, costituito al 90% da donne”. A luglio 2023 è diventata unità cinofila di soccorso nautico SICS e “ho un sogno da realizzare: riportare in acqua mio marito Davide e, con lui, i bambini disabili bisognosi di aiuto”.