Monza, topi e crolli nel vecchio carcere

Dopo il trasloco e la vendita all'asta la struttura è rimasta abbandonata di ROSSANA BRAMBILLA

Il tetto crollato

Il tetto crollato

Monza, 20 dicembre 2015 - Crolla sotto il peso delle polemiche, degli agenti atmosferici e del totale abbandono il tetto dell’ex carcere di Monza.

Ciò che rimane ora è un’ampia porzione di tegole e travi marce accartocciate. Sul lato di via Pacinotti si è aperta una vasta voragine nell’angolo sinistro. Il danno si è riversato anche sull’ala laterale. Numerose sono le tegole sollevate che formano una pericolosa onda di mattoni. Precarie anche le canaline che corrono lungo l’intero perimetro. Pochi centimetri più in basso continuano a cadere invece parti di intonaco.

In via Mentana il rischio è che la copertura della vecchia prigione possa crollare completamente. Non sono migliori le condizioni igieniche della struttura: topi, sporcizia e degrado. Le mura invece servono alle esercitazioni dei writers. Quell’immenso casermone rimasto vuoto da anni, non riesce tuttavia a smettere di far paura, tra crolli e crepe. Lunga è la sua storia. A causa del sovraffollamento già nel 1985 non potevano essere garantite condizioni di sicurezza e vivibilità adeguate. Si iniziò dunque a pensare alla creazione di un nuovo edificio. La chiusura venne decretata e fissata nel 1990. Solo due anni dopo però guardie e detenuti poterono traslocare in via Sanquirico.

Dopo poco più di un anno, quel vecchio immobile venne riaperto. La nuova prigione non bastava infatti a contenere i carcerati. Venne pertanto comunicato dal Ministero di Grazia e Giustizia la decisione di ristrutturare. Ma una volta rientrata l’emergenza sovraffollamento, delle celle di via Mentana ci si dimenticò nuovamente. La prigione monzese sorta alla fine dell’Ottocento nel 2013 fu aggiudicata all’asta a un privato: 3.600 quadrati acquistati e poi dimenticati.