Barbara Calderola
Cronaca

Carate vince la battaglia, l’ospedale è Covid-free

Gli ultimi due pazienti con il Coronavirus sono stati trasferiti a Vimercate Anche il quarto piano del monoblocco torna a ospitare le normali attività

Gli ultimi due pazienti sono stati trasferiti a Vimercate. Adesso Carate è ospedale Covid-free. Infatti anche il quarto piano del monoblocco torna alla normalità. Unico strascico dell’epidemia - eccettuate chilometriche liste di attesa per visite ed esami - otto camere singole dove chi arriva in urgenza aspetta l’esito del tampone, un reparto-cuscinetto che fa marciare in parallelo routine e il nemico che si è portato via 230 vite in poche settimane nelle corsie dell’Asst diretta da Nunzio Del Sorbo.

Un incubo che ha lasciato il segno, ma che tutti vogliono lasciarsi alle spalle per recuperare l’arretrato. Ed è a questo che si punta riorganizzando la Fase 2, quella in cui i malati tornano negli ambulatori, anche se con una serie di paletti. L’altra area coronavirus, il quinto piano, era già stata “liberata“ il 18 maggio, da un mese i suoi 36 letti, essenziali durante le drammatiche settimane del picco, sono tornati alla chirurgia programmata. Una delle voci più importanti nel bilancio del colosso sanitario brianzolo.

"Siamo alla svolta per Carate dopo il super lavoro per contrastare la terribile infezione - dice Del Sorbo - fra febbraio e marzo il polo avevano cambiato pelle per accogliere 70 contagiati, mentre 15 in media erano in attesa". Ma dall’inizio della crisi sanitaria sono stati 265 gli infetti curati nella struttura di via Mosè Bianchi. Dove, adesso, l’offerta è stata ripristinata a 360 gradi. Ed è così che al quinto piano arriva chi deve essere operato. Qui, nel giro di 72 ore i medici organizzano il prericovero, e se il tampone è negativo si finisce sotto i ferri dell’ortopedico o del ginecologo.

Al quarto piano invece è nata la zona-filtro per chi è in attesa del responso sul Covid: se il contatto con il coronavirus è certificato scatta il trasloco a Vimercate; altrimenti c’è il via libera all’intervento.

E’ un altro dei percorsi separati insieme a prelievi e punto nascite, messi in campo contro il rischio di una seconda ondata. Misure che permettono agli ospedali di riaprire le porte - a distanza, con le mascherine, su prenotazione - ma in sicurezza. Pronti, però, a tornare in trincea, se ce ne fosse bisogno. Corsie ‘double-face’, mentre la politica riflette del futuro della sanità sul territorio.

Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto forti correttivi al sistema soprattutto sul fronte prevenzione, invitando la Regione a riannodare al più presto il rapporto con i medici di base, insostituibile cinghia di trasmissione del nuovo patto per la salute.