ROBERTO CANALI
Cronaca

Campione, contraccolpi della crisi. I residenti dell’exclave calano. Il Comune perde duecento abitanti

La maggior parte delle persone che se ne sono andate rappresentata dai dipendenti della casa da gioco

Campione,  contraccolpi della crisi. I residenti dell’exclave calano. Il Comune perde duecento abitanti

Campione, contraccolpi della crisi. I residenti dell’exclave calano. Il Comune perde duecento abitanti

La chiusura del Casinò non ha fatto scappare solo i giocatori, che si sono spostati nelle altre case da gioco del Ticino, ad andarsene per colpa della crisi che è seguita al fallimento della principale attività economica dell’exclave sono stati anche agli abitanti. Una crisi demografica ben visibile dai dati dell’anagrafe comunale che nel 2018 contava 1.942 residenti e cinque anni dopo è scesa a 1.726. La maggior parte delle persone che se ne sono andate sono i dipendenti della casa da gioco che si erano trasferite in paese per motivi di lavoro, quando nel luglio del 2018 il Tribunale di Como ha messo i sigilli all’interno immobile, decretando il fallimento, in tanti, senza stipendio e con l’affitto da pagare, hanno preferito fare le valige e tornarsene in Italia. A questi si sono aggiunti i dipendenti del Comune messi in mobilità per scongiurare il rischio default. Colpa del costo della vita che ha Campione è sui livelli della Svizzera, tanto che anche oggi che la casa di gioco ha riaperto molti appartamenti continuano a rimanere vuoti e anche le attività commerciali latitano, nonostante benefici fiscali concessi ai residenti, in particolar modo ai professionisti. Proprio negli anni in cui il Casinò era chiuso gli unici a potersi permettere un affitto erano avvocati e commercialisti, attirati anche dal regime fiscale favorevole per le imposte dirette e l’Irap. Nonostante i provvedimenti fiscali e la riduzione delle accise per il gasolio da riscaldamento e l’energia elettrica le persone che si sono trasferite a vivere qui sono diminuite e sono ben lontane dalle 2.267 del 2001, quando gli affari del gioco d’azzardo andavano a gonfie vele.