Calcio, botte e follia A bordo campo col coltello

L’episodio scioccante durante la partita fra gli Juniores di Aurora e Lissone. Un tifoso lecchese armato ha tentato di aggredire un giocatore brianzolo.

Calcio, botte e follia  A bordo campo col coltello

Calcio, botte e follia A bordo campo col coltello

di Daniele De Salvo

Violenza fuori e dentro il campo al Bione di Lecco. Durante una partita degli Juniores un baby ultrà ha cercato di accoltellare un giocatore della squadra avversaria in panchina.

L’arbitro ha immediatamente sospeso l’incontro, ma sul terreno di gioco un calciatore a incontro ormai chiuso ha aggredito un avversario a calci e pugni e provato a strozzarne un altro.

Il match della follia è andato in scena il 5 aprile al Bione tra gli under 19 della Aurora San Francesco, che è una squadra d’oratorio, e del Lissone, in occasione della 30esima di campionato Juniores regionali B girone C. A raccontare l’assurdo pomeriggio è stato l’arbitro nel suo rapporto. "All’inizio del secondo tempo un ragazzo che conosce un giocatore dell’Aurora ha insultato i giocatori in panchina del Lissone – si legge nel referto –. Il mister mi ha fatto notare che aveva cercato di aggredire un giocatore infilando un coltello nella panchina, rischiando per pochi centimetri di colpirlo". L’arbitro ha fermato la partita. "L’aggressore si è però arrampicato sulla recinzione provando a tagliarla". È stato solo l’inizio: un calciatore della San Francesco, nonostante il triplice fischio, "prima aggrediva verbalmente e poi fisicamente con calci e pugni un avversario e subito dopo prendeva per il collo un altro avversario buttandolo a terra". Il giudice sportivo è stato severissimo. Ha sentenziato cinque gare di squalifica per il giocatore dell’Aurora violento. Ha inoltre punito con la sconfitta 3-0 a tavolino, 500 euro di multa e cinque gare a porte chiuse e 5 punti di penalità in classifica la società e la squadra padrona di casa per quanto combinato dal proprio supporter. "Le società rispondono per i fatti violenti commessi dai propri sostenitori, sia all’interno dell’impianto sportivo, sia vicino – recita il verdetto –. La gravità dell’episodio è tale da dover essere sanzionata in modo esemplare". Il presidente della San Francesco Francesco Mori tuttavia preannuncia un possibile ricorso perché l’ultrà secondo lui non sarebbe un loro tifoso ma un ragazzo che frequentava il vicino luna park: "Il problema è avvenuto fuori dal centro sportivo e dal contesto della partita; siamo penalizzati, anche a livello di immagine, per una cosa che non ci comporta, non possiamo essere responsabili di ciò che succede nel luna park".