
La zona di carico e scarico davanti alla Elcoman
Bovisio, 31 ottobre 2015 - Rischia la chiusura con il licenziamento di tutti i dipendenti per via di una striscia gialla del carico e scarico che verrà cancellata. E’ l’assurda vicenda portata alla luce dalla lista civica di opposizione Apertamente, che ha per protagonisti una ditta, la Elcoman, e il Comune. Alla società, leader mondiale nella produzione di apparecchi «distruggidocumenti» per ufficio, è stata infatti revocata l’autorizzazione al carico/scarico merci su via Manzoni, snodo fondamentale per l’attività. Un provvedimento preso in seguito alla messa in atto del nuovo Piano urbano del traffico, approvato dalla maggioranza nello scorso mese di luglio, che verrà adottato a breve con l’apertura del sottopasso ferroviario. Una decisione però che paralizzerebbe la produzione e che porterebbe di conseguenza alla chiusura dell’attività, che risale al 1967, con il licenziamento dei 40 dipendenti diretti, a cui si sommano una trentina di lavoratori dell’indotto. La Elcoman, attraverso il suo rappresentante legale Fabio Colombo, dopo la notifica dell’avvio del procedimento di revoca dell’autorizzazione, aveva chiesto al Comune, lo scorso 10 settembre, di rivedere e modificare la scelta viabilistica assunta, che prevede il doppio senso di marcia nel tratto di via Manzoni dalla strada consortile San Martino a via Verdi, tratto in cui si trovano le linee produttive e dai cui escono i flussi di merce. «I titolari si chiedono, e noi con loro – sottolinea la lista civica Apertamente - come mai il Comune da allora non si sia mosso per cercare di trovare una soluzione, stante la situazione prospettata dalla direzione dell’azienda.
Vista la situazione economica del momento, ci si può permettere la chiusura di un’azienda per banali motivi di traffico? Per un posto di carico/scarico merci? Come lista civica, attenta alle esigenze della cittadinanza, ci poniamo al fianco dell’azienda e dei lavoratori per cercare di trovare una soluzione politica alla questione, riservandoci di portare avanti in sede consiliare le iniziative opportune».
Intanto la società ha presentato ricorso al Tar. «Abbiamo presentato alla ditta diverse soluzioni di tipo tecnico che prevedono lo spostamento dell’area di scarico su altri ingressi – ribatte il sindaco Giuliano Soldà – ma non sono state accolte. Si tratta di un comparto residenziale e non produttivo, con problemi di disturbo alla quiete pubblica e di sicurezza. Dobbiamo dare priorità all’utenza debole: non c’è marciapiede e quando gli autoarticolati o i camion sostano le auto non passano. Per di più il passaggio dei mezzi pesanti ha distrutto la pavimentazione. Non c’è stata possibilità di dialogo, nonostante le soluzioni proposte siano a costo zero». «Ipotesi non perseguibili – sottolineano dalla ditta - perché significherebbe stravolgere l’intero assetto con lo spostamento di tutte le strutture e i macchinari in azienda».