Brugola, ritorno al futuro per la storica azienda di Lissone: tenere insieme il mondo resta un affare di famiglia

Chiusa la riacquisizione del 30% di quote da 34 anni in mano a due soci. Ai fondatori il controllo totale dell’azienda lissonese leader nelle viti

Brugola, ritorno al futuro. Tenere insieme il mondo resta un affare di famiglia

Brugola, ritorno al futuro. Tenere insieme il mondo resta un affare di famiglia

La Oeb è di nuovo un affare di famiglia. La storica azienda lissonese, leader a livello mondiale nel settore delle viti a testa cava per motori, da ieri è tornata a essere integralmente di proprietà della famiglia Brugola, che l’ha fondata nel 1926 e l’ha guidata fin dalle origini. È stato infatti siglato nel pomeriggio l’atto di riacquisizione completa delle quote di minoranza.

L’operazione arriva dopo 34 anni dall’ingresso di altri partner nel gruppo, il Gruppo Fontana e il Gruppo Agrati, che detenevano il 30% delle Officine Egidio Brugola. La scelta del riacquisto viene definita "una decisione strategica che riflette l’ottica di crescita e l’impegno nello sviluppare opportunità future". "È con grande orgoglio e profonda emozione che annunciamo il risultato di questa operazione societaria, iniziata lo scorso anno ma che in realtà rappresenta un obiettivo e un traguardo aziendale e familiare atteso da ben 34 anni", ha spiegato il presidente Jody Brugola, parlando di "una bellissima soddisfazione", della realizzazione "di una specie di sogno che era anche il sogno di mio padre".

"È un gesto che sentivo il dovere e il desiderio di compiere in onore di mio padre (Giannantonio Brugola, ndr) e, ancor prima, di mio nonno (Egidio Brugola, ndr), i quali hanno dedicato passione e impegno alla costruzione di questa azienda – ha sottolineato –. Ovviamente non intendiamo fermarci qui: Brugola è sempre orientata al progresso e abbiamo numerosi obiettivi da perseguire". Perché la Officine Egidio Brugola è una ditta solidissima. "Grazie a questa operazione, avvenuta proprio in un momento strategico, possiamo continuare a rispettare il nostro piano di espansione e crescita", ha raccontato il presidente, che ha poi ringraziato i due ex soci per aver partecipato al gruppo "in maniera leale e corretta, dando la possibilità alla nostra azienda di poter crescere e investire".

"Il riacquisto è strategico per Oeb perché il gruppo sta attraversando una fase di crescita costante – rimarca il direttore finanziario Alessandro Galbarini –. Si prevede un significativo aumento della capacità produttiva e della redditività, sia per l’anno in corso sia per il 2025. Prevediamo un incremento dei volumi del 15% rispetto al 2023, con un ulteriore +10% già previsto per il 2025". "Continueremo a investire come abbiamo fatto negli scorsi anni, per crescere e avere maggiori capacità di produzione – ha ribadito Brugola –. Il mercato non sta tirando particolarmente, ma nonostante questo cresciamo del 10% rispetto al 2023". L’attenzione all’impatto ambientale e il legame col territorio resteranno elementi importanti. "La Brugola è nata a Lissone e ci teniamo – ha evidenziato il presidente –. Cerchiamo veramente di creare meno rumori, meno odori e di non infastidire chi abita qui a fianco. Ma siamo comunque un’azienda che produce con l’acciaio. Abbatteremo del 70% le nostre emissioni entro il 2030 e per compensare la Co2 emessa pianteremo nei prossimi mesi a Muggiò 10 ettari di bambù gigante, in grado di recuperare 36 volte in più dei normali alberi le emissioni. Oggi abbiamo già 6 ettari di bambuseti in zona lombarda".

Attualmente la Oeb Brugola produce oltre 800 tipi differenti di viti e conta più di 500 dipendenti tra Italia e Usa, dove ha aperto nel 2015 uno stabilimento in Michigan. L’anno scorso il fatturato è arrivato a oltre 190 milioni di euro.