Brugherio: l'azienda edile fantasma dei finti lombardi che ha truffato decine di clienti

Sei persone a processo: ordinavano acciaio e ferro, ma dopo la consegna sparivano nel nulla. La base era in un ristorante

Un'aula del tribunale di Monza (Archivio)

Un'aula del tribunale di Monza (Archivio)

Brugherio - Si presentavano a turno come amministratore, commercialista e responsabile tecnico di una società di costruzione abruzzese che voleva ‘sfondare’ sul mercato lombardo. Spesso utilizzando cognomi del Nord come Mariani e Gatti e documenti falsificati, hanno scelto come sede i locali di un ufficio a ridosso di piazza Repubblica a Milano dove poi non hanno pagato l’affitto, truffato materiali per l’edilizia per diverse centinaia di migliaia di euro, tentato invano di avere aperture di credito e finanziamenti in più di una banca. Un’associazione per delinquere, invece, secondo l’accusa, che faceva capo a Pietro Riggio, poi diventato un collaboratore di giustizia, che aveva la base operativa in un ristorante di Brugherio gestito dalla sua compagna.

Il fallimento e l'inchiesta

Entrambi sono ora imputati insieme ad altri quattro presunti complici in un processo iniziato ieri al Tribunale di Monza, a cui Riggio si è collegato in videoconferenza dal carcere dove è detenuto in regime di protezione. I fatti contestati risalgono ad un periodo tra il 2015 e il 2017 e ruotano intorno alla Prezioso costruzioni srl poi fallita e al centro di un’inchiesta per bancarotta fraudolenta. "Nel 2015 ho affittato una parte dei miei locali a tale Tommasino Mariani, che ha detto di essere amministratore della società e che voleva allargare il suo mercato di costruzioni e ristrutturazioni a Milano, ma dopo qualche mese non mi hanno più pagato e sono spariti", ha raccontato in aula una testimone.

"La ditta di acciaio inox per cui lavoro a Brugherio è stata contattata da una certa Patrizia della Prezioso costruzioni che ci ha chiesto 150mila euro di merce. Era venuta una volta in azienda e io ero andato nei loro uffici a Milano dove mi era stato presentato un tale Salvatore Gatti come responsabile, ma hanno pagato solo un acconto di 40mila euro e poi ne abbiamo perso ogni traccia", un’altra testimonianza. Raggirata per quasi lo stesso importo anche un’azienda siderurgica alle porte di Monza.

Giro vorticoso di truffe

"Tramite un conoscente ci ha contattato questo Mariani e poi abbiamo sentito questo Gatti che voleva una fornitura di ferri per l’edilizia. Abbiamo fatto le visure, sembrava una società sana, quindi abbiamo consegnato la merce ed emesso la fattura, mai pagata. Quando abbiamo messo tutto in mano all’avvocato per il recupero del credito, si è presentato un procuratore che ha detto di essere anche rappresentante di una società svizzera che voleva acquistare la Prezioso e voleva sistemare la cosa, ma poi non se ne è fatto niente". La banda avrebbe cercato più volte di ottenere crediti dalle banche. "Nel bilancio della società che hanno presentato le stesse voci erano riportate come avere e come dare e mi sono insospettito perché quello che si era presentato come amministratore non sapeva rispondere a nessuna domanda sulla società". Accuse negate dagli imputati. Si torna in aula a ottobre.