C’è anche il Parco dei Colli
di Brescia tra le aree che, secondo Legambiente, mancano all’appello per arrivare al 30% di territorio regionale tutelato da aree protette rispetto all’attuale 23%. Sulla possibilità di un parco regionale attorno
a Brescia si dibatte da oltre
un anno e, nel corso degli ultimi mesi, si è costituito anche
il Comitato per il Parco Regionale Colline e Agro-fluviale di Brescia presieduto da Pietro Garbarino, che propone di istituire un Parco Regionale che abbracci la città di Brescia come evoluzione dell’attuale serie di Parchi locali di interesse sovracomunale. A sostegno della proposta, anche una petizione popolare.
"Pur tratteggiando un evidente passo avanti rispetto a una visione primariamente produttivistica del territorio – è la posizione del Comitato – i Plis rappresentano strumenti meno saldi e adeguati della tutela territoriale offerti invece da un Parco Regionale. Quest’ultimo, infatti, essendo annoverato tra le aree protette propriamente individuate dalla normativa nazionale nonché
da quella regionale, presenta aspetti giuridici, organizzativi
e finanziari molto più solidi rispetto ai Plis, che sono strumenti urbanistici
a disposizione dei Comuni
che non assicurano continuità, stabilità anche finanziaria
ed effettiva protezione".
Il Comitato ha anche individuato un metodo scientifico quale strada principale per realizzare l’Area protetta: procedendo dall’analisi rigorosa della situazione territoriale e a partire da dati già in possesso comparati con i dati storici per individuare le cause che possono ostacolare
il mantenimento o favorire
la scomparsa delle condizioni naturalistiche ancora persistenti nel territorio da proteggere.
"È del tutto evidente
e prioritario che l’obiettivo
della proposta e del metodo indicato per l’attuazione
di politiche programmatiche disposte in tale direzione resta
la tutela della biodiversità". Sull’istituzione del Parco regionale il Comune
di Brescia ha avviato una riflessione, partendo però dal punto fermo che questa opzione non possa essere peggiorativa
in termini di risorse e gestione del parco: in sostanza,
la Regione dovrebbe garantire risorse adeguate. Sempre nel Bresciano, secondo lo studio di Legambiente, c’è anche un’area minacciata, ovvero la Riserva Naturale delle Valli di Sant’Antonio, a Corteno Golgi. Federica Pacella