Biassono, vigile in divisa da SS: assolto l’ex comandante. "Non ha inneggiato al fascismo"

Giorgio Piacentini aveva pubblicato la foto compromettente sul suo profilo privato di Facebook. La Corte d’Appello ribalta la sentenza di condanna del Tribunale di Monza

Giorgio Piacentini con la divisa da nazista che gli costò la sospensione dal servizio

Giorgio Piacentini con la divisa da nazista che gli costò la sospensione dal servizio

Biassono (Monza e Brianza), 9 febbraio 2023 -  La Corte d’Appello di Milano ha assolto Giorgio Piacentini, l’ex comandante della polizia locale di Biassono condannato in primo grado a Monza per apologia del fascismo a sei mesi di reclusione pena sospesa e 5 anni di interdizione dai pubblici uffici, per aver indossato una divisa delle SS ed aver pubblicato una foto su Facebook. A chiedere la sua assoluzione è stato lo stesso procuratore generale, dopo aver accolto la tesi della difesa. È stata "una forzatura del Tribunale di Monza che ha interpretato l’aver indossato la divisa come prova di apologia del fascismo di per sé – ha spiegato l’avvocato difensore Carlo Alberto Pirro –. Peraltro dopo la pubblicazione di una fotografia su un profilo privato e quindi precluso al pubblico".

"Una vita stravolta, sei anni di lotta, difficoltà economiche e psicologiche inimmaginabili – il commento di Piacentini –. Se avessero svolto delle indagini, si sarebbero accorti che non ho mai avuto nulla a che vedere con simpatie di quel genere, mai". Piacentini, che da anni partecipa alle iniziative di un’associazione che svolge ricostruzioni storiche, ha detto di aver "indossato decine di divise diverse", e di aver partecipato a numerose "manifestazioni per celebrare la Memoria". Era il 6 gennaio 2017 quando Piacentini pubblicò la sua foto in divisa da militare nazista delle SS, con il contestato commento: "Basterebbe una compagnia di questi per sistemare alcune cose, adesso propongo al sindaco di adottarla". "Il commento si riferiva alla situazione della polizia locale di Biassono che ho acquisito nel 2014 quando sono diventato comandante – si era giustificato al processo a Monza -. È storicamente noto che i soldati tedeschi sono noti per la loro disciplina".