
Dentro il cantiere fermo a Bettola i segni di presenza di senzatetto
Monza, 15 gennaio 2017 - La cancellata del cantiere è arrugginita, sfondata in più punti e dove era stata aperta, i buchi erano stati tappati con le reti provvisorie di plastica arancione. Ma da tempo sono riaperte anche le reti come vie d’accesso alle baracche del cantiere, non più usate dai lavoratori come uffici e spogliatoio ma da disperati come rifugi.
E a fianco ai prefabbricati abbandonati da quasi due anni dagli operai, si sono aggiunte altre baracche di lamiera e teloni di gente che nel cantiere della metropolitana di Bettola non lavora, ma ci vive. Ieri a fine mattina una donna cacciava fuori la testa da una delle baracche di un cantiere da 206 milioni di euro che avrebbe dovuto portare la linea 1 del metrò milanese alle porte di Monza in tempo per l’Expo ma che invece è inattivo da quasi 2 anni, bloccato da marzo 2015 per la mancanza di 23 milioni di euro di extracosti emersi a causa dell’innalzamento della falda acquifera e ad alcuni espropri.
Dietro alle baracche, protetta da un robusto perimetro di pannelli di lamiera e new jersey, si apre la grande voragine scavata per realizzare la futura stazione capolinea del metrò Monza-Bettola dove oltre alla linea 1 da Sesto Primo Maggio è attesa in prospettiva pure la linea 5 quando andrà oltre Bignami.
Nell’ampio scavo ci sono le gettate di cemento armato delle fondamenta della stazione ormai arrugginite e infestate da sterpaglie e immondizia, e quindi si vede lo sbocco del tunnel dove usciranno i binari completamente allagato, tanto da far pensare più a un molo d’ormeggio che a una banchina per i treni. Da qui dovranno riprendere i lavori e da un paio di giorni è stato fatto ripartire il conto alla rovescia per vedere tornare il cantiere di Bettola frequentato dagli operai.
Mercoledì il sindaco di Milano Beppe Sala e il presidente della Regione Roberto Maroni, assieme al ministro della Coesione territoriale Claudio De Vincenti, hanno confermato che ci sono i 23 milioni di euro stimati per far ripartire il cantiere del prolungamento della linea 1 fino a Bettola, oltre ad altri 16 milioni versati dal Governo per la progettazione del prolungamento della linea 5 verso Monza.

In totale si tratta di 39 milioni di euro, fondi che fanno parte del pacchetto dedicato alla mobilità dell’area milanese che era stato promesso da Renzi sia con il Patto per Milano sia con il Patto per la Lombardia. E proprio lo sblocco del cantiere del prolungamento della linea 1 era stato discusso tra Renzi e Sala, e si era arrivati a fine settembre ad avere conferma dei primi 18 milioni di euro stanziati dal Cipe per concludere un’opera che sarebbe dovuta essere realizzata in 4 anni ma che ha subito diversi stop, a partire dal 2013, a causa del fallimento di imprese che ci lavoravano. Poi da marzo 2015 lungo gli 1,9 chilometri tra Sesto e Bettola i lavori si sono fermati ancora: anche gli ultimi accordi che erano stati presi tra Metropolitane Milanesi e Acmar, l’impresa principale del gruppo che ha l’appalto, per tentare di far ripartire il cantiere non erano stati efficaci davanti ai 23 milioni di extracosti dovuti alle necessità di bloccare gli allagamenti del tunnel e impermeabilizzare l’opera. Però la maggior parte dello scavo e degli interventi sono stati fatti, con la fermata intermedia di Sesto Restellone.
Mancano solo le finiture e il resto del programma dei lavori più o meno realizzato al 50 per cento, con le stime che indicano in altri 710 giorni i tempi per concludere l’opera. Nonostante lo stato del cantiere, davanti ai 39 milioni del Governo a Monza si riprende a guardare con fiducia verso Bettola, sia per la fine dell’attesa per la linea 1 sia per la speranza della linea 5: "È da anni che lavoriamo per avvicinare le metropolitane a Monza - è il commento dell’assessore alla Mobilità Paolo Confalonieri -. Per quanto riguarda il cantiere della linea 1 era una partita amministrativa da risolvere con l’impresa: ora l’ostacolo principale sembra che sia stato superato, e Monza resta pronta a fare la sua parte se ci sarà necessità di un ulteriore contributo. Per la linea 5 invece ci sono i soldi per la progettazione, un passo molto concreto che permetterà finalmente di avere il quadro necessario a realizzare davvero l’opera".