Bernareggio (Monza Brianza) – Tre giorni di agonia e alla fine la tragedia è arrivata. Il piccolo impresario edile precipitato martedì dal tetto di una casa a Bernareggio, dove era all’opera per un intervento di ristrutturazione, non ce l’ha fatta. Marco Sottocorno, 63 anni, residente nella vicina Carnate, è morto all’ospedale San Gerardo di Monza, dove era stato ricoverato in condizioni disperate.
L’infortunio si è consumato sotto gli occhi del figlio che lavora con lui. "Choc", per la sindaca del paese d’origine, Rosella Maggiolini: "Ogni volta diciamo che deve essere l’ultima e ogni volta la lista delle croci si allunga. Servono controlli, ma adesso è troppo tardi". Il volo di quattro metri dal primo piano in via Risorgimento non ha lasciato scampo al muratore che stava lavorando al restauro di una villetta. Le sue condizioni erano apparse subito critiche ai soccorritori che erano riusciti però a stabilizzarlo e a trasportarlo in rianimazione con l’elicottero nel capoluogo brianzolo. Una corsa contro il tempo finita nel peggiore dei modi. La dinamica è ancora al vaglio dei carabinieri, ma l’ipotesi è si sia trattato di una caduta accidentale. L’indagine accerterà anche se le norme di sicurezza siano state rispettate.
"La lotta in questo campo è un’opera collettiva, frutto dell’investimento e della consapevolezza delle aziende e dei lavoratori, sostenuti dalla formazione e dalla tutela del sindacato. Se qualche elemento manca, l’edificio rischia di crollare". Federica Cattaneo è la referente della Cgil brianzola per la partita complessa della tutela dagli incidenti. “Occorre rafforzare la riflessione rispetto alle attività gravose e usuranti per chi ha più di sessant’anni – dice – credo che questo aspetto incida sulla prevenzione ed è fondamentale insistere con le imprese anche sul fronte della formazione. Un aspetto che vale ovviamente anche per i datori di lavoro oltre che per i dipendenti". Ancora di più se si parla di cantieri, troppo spesso trappole mortali per la fretta di concludere.