
Una manifestazione dei dipendenti della Beretta
Desio, 11 ottobre 2015 - Venti su 62. Un terzo, poco meno. Non è una proposta del tutto in linea con le attese di lavoratori e sindacati, quella che la IMC di Carmagnola, l’unica azienda fin qui realmente interessatasi, ha avanzato prima di presentarsi all’appuntamento con l’asta per rilevare la Beretta di Desio. Solo venti sarebbero infatti gli operai che l’azienda si impegna a riassumere, se dovesse andare in porto l’acquisizione mercoledì 14, quando è fissata la terza asta a quota 3,4 milioni di euro (le prime due, a 6,1 e 4,5 milioni sono andate deserte). Una doccia fredda, per i sindacati che nelle scorse settimane hanno più volte ribadito che «contiamo di riuscire con le trattative a far riassumere l’intera forza lavoro», che ha già ricevuto le lettere di licenziamento, a partire dal 1 novembre.
In settimana la proposta della IMC è arrivata sul tavolo e nelle mani di tutti i lavoratori, chiamati a votare per l’accordo o meno. La maggioranza (oltre 30) si è espressa per il «Si» mentre una ventina hanno votato per il «No». Il numero dei lavoratori, secondo quanto prospettato dall’azienda, è stato calcolato in funzione dei volumi produttivi. E una brutta tegola, visto che si tratta del settore automotive, potrebbe essere il caso «diesel gate», che inevitabilmente rischia di portare contraccolpi nell’intero comparto.
La IMC promette di garantire a coloro che saranno riassunti le medesime condizioni contrattuali ed economiche degli ultimi due mesi. E sottolinea che la scelta dei «fortunati 20» sarà a propria pura discrezione. Nella lettera, comunque, lascia lo spiraglio aperto per ulteriori assunzioni, se il mercato lo richiederà. A coloro che verranno lasciati a casa saranno offerti degli incentivi economici: 4500 euro lordi se il lavoratore, entro 30 giorni dalla ripresa della produzione, rinuncia ad essere collocato presso l’azienda; 9000 euro lordi se il lavoratore, entro 18 mesi, non viene ricollocato presso l’azienda.
L’asta riguarda il sito produttivo di via Oslavia e tutti i beni e macchinari all’interno, come da inventario. Si attende quindi un autunno molto caldo per la storica officina meccanica di Desio, una azienda fallita praticamente due volte e che da quasi 30 mesi va avanti, con l’esercizio provvisorio, grazie alla ferrea determinazione dei dipendenti – che hanno fatto grossi sacrifici pur di salvaguardare il posto – e dei sindacati, che le stanno provando davvero tutte. La sopravvivenza è stata fin qui garantita grazie ad Audi, che continua a richiedere delle commesse all’azienda desiana, che si occupa dello stampaggio di lamiere per il settore automotive. Dal 2002 la Beretta ha dovuto affrontare successive fasi di difficoltà economica e finanziariai. Dagli oltre 200 addetti all’inizio del 2000 agli attuali 62. Fino al fallimento del marzo 2013, con un buco di parecchi milioni di euro.