
La ferrovia a Monza
Monza, 3 giugno 2017 - Dove possibile saranno trasparenti e a basso impatto, si cercherà di inserire elementi di mitigazione “verdi”, non saranno installate davanti alla Fossati Lamperti o ai giardini storici di via Casati, ma è invece stato aggiunto tutto il tratto in trincea della Milano-Chiasso lungo via San Gottardo. E dopo quasi 14 anni dalla presentazione del piano di risanamento acustico delle Ferrovie dello Stato, a Monza ha fatto ora un passo avanti decisivo il progetto per l’installazione delle barriere antirumore lungo i tratti di ferrovia che attraversano la città sia sulla linea Milano-Lecco sia sulla Milano-Chiasso. Verranno protetti dai rumori dei treni quasi 7 chilometri di binari urbani, per un totale di circa 13 chilometri di barriere che dovranno essere installate lungo i due lati dei tratti di ferrovia da Sesto alla stazione e poi dall’uscita del tunnel all’altezza di via San Gottardo fino a Lissone, ovvero i punti più sensibili e vicini alle abitazioni.
A fine maggio l’Amministrazione comunale ha approvato il progetto definitivo per le barriere antirumore a Monza presentato da Rfi spa, Rete Ferroviaria Italiana, ed è l’ultimo atto di una lunga procedura avviata fin da dicembre 2003 quando le Ferrovie presentarono il piano degli interventi di contenimento e abbattimento del rumore che sarebbero stati realizzati in un periodo di 15 anni. Nel 2007 arriva al Comune di Monza il progetto preliminare di Rfi, un elaborato a cui la città risponde chiedendo di apportare alcune modifiche e, in particolare, la rinuncia alle barriere nel tratto della Milano-Lecco davanti alla Fossati Lamperti e invece l’aggiunta di barriere nel tratto della Milano-Chiasso parallelo a via San Gottardo. Si sono inoltre date indicazioni perché le barriere abbiano il minor impatto estetico possibile, quindi che siano trasparenti, abbiano elementi “verdi” di mitigazione e, una volta installate, siano verificate con successive campagne di rilevazione fonometrica della loro efficacia.
La pratica si riapre a Monza nel 2014 quando viene riunita una conferenza dei servizi con tutti i soggetti locali competenti in materia di sicurezza, salute, ambiente e paesaggio per esprimere un parere. Ogni ente ha presentato le richieste di modifica necessarie a rendere il progetto compatibile con tutte le prescrizioni locali, da quelle sanitarie e igieniche a quelle paesaggistiche come, per esempio, l’esclusione delle barriere davanti al giardino di via Casati perché vincolato dai Beni culturali, e si è arrivati ai primi mesi del 2017. Tutti i pareri sono stati raccolti e hanno portato all’approvazione del Comune del progetto definitivo che ora torna a Rfi per diventare esecutivo e quindi essere realizzato anche se, con tutta probabilità, non nei 15 anni inizialmente previsti nel 2003.