
di Stefania Totaro
Si barricò nella casa della sua compagna per una decina di ore e sparò verso i carabinieri con una pistola detenuta illegalmente. Ora per il responsabile la Procura di Monza ha chiesto la condanna a 3 anni di reclusione per tentato omicidio e detenzione abusiva di arma da fuoco e non si esclude che venga ritenuto seminfermo di mente. Il fatto era avvenuto il 4 maggio in via Pellico a Nova Milanese. Protagonista un 52enne, Giuliano M., che risulta residente a Monza ma che si trovava nell’abitazione della sua compagna. Ancora poco chiari i motivi che avevano portato l’uomo a rinchiudersi tra le mura della casa per oltre nove ore e a inveire e minacciare le forze dell’ordine con una pistola, esplodendo cinque colpi di cui tre che avrebbero potuto colpire i militari e anche provocarne la morte.
Per questo motivo il pm della Procura della Repubblica di Monza Rosario Ferracane ha chiesto per il 52enne la condanna per tentato omicidio all’udienza preliminare che si è tenuta davanti alla giudice del Tribunale di Monza Silvia Pansini. Nel processo con il rito abbreviato il rappresentante della pubblica accusa ha chiesto la pena di 3 anni di reclusione anche per l’accusa di detenzione abusiva di arma da fuoco. Perché dopo essersi barricato in casa, Giuliano M. aveva sparato diversi colpi in direzione della porta d’ingresso, dietro alla quale c’erano appostati i carabinieri. Dagli accertamenti era anche emerso che l’arma, una pistola marca Browning calibro 7,65, era detenuta dall’uomo in modo illegale. I primi ad arrivare sul posto erano stati i carabinieri della stazione di Nova Milanese. Subito dopo si erano portati in via Pellico i rinforzi della Compagnia di Desio. In supporto anche i vigili del fuoco del distaccamento di Desio, la polizia locale, il personale specializzato delle Squadre Operative di Supporto dell’Arma e il negoziatore del Comando provinciale carabinieri di Monza. Dopo oltre nove ore di tensione la situazione si era sbloccata e i carabinieri erano riusciti a raggiungere il 52enne e a disarmarlo. L’uomo era stato ricoverato nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Desio e alle sue dimissioni dal nosocomio per lui si sono aperte le porte del carcere di Monza. Ma nel seguito delle indagini la Procura ha deciso di disporre una consulenza sulle condizioni psichiche del 52enne, che non ha escluso una capacità parziale di intendere e di volere al momento del fatto. L’imputato ha quindi lasciato la casa circondariale per venire ricoverato in una struttura psichiatrica dove tuttora è ospitato. Ora si attende la decisione della giudice sulla condanna, che verrà emessa il 9 giugno.