CRISTINA BERTOLINI
Cronaca

La commovente lettera della piccola Maria: "Grazie agli angeli con il camice"

La bimba di sette anni è uscita dal coma dopo un incidente: "Dovete essere dei guerrieri". La gioia del fratello: "Avete contribuito a ricostruire una famiglia. Grazie"

Terapia intensiva (Radaelli)

Monza, 8 febbraio 2017 - Sembra un episodio della celeberrima serie «Braccialetti rossi», invece è la routine quotidiana del Trauma center del San Gerardo raccontata da Maria, una bambina di 7 anni uscita dal coma. Dopo una serie di operazioni ha riaperto gli occhi e prima di Natale ha mandato un biglietto ai medici, «gli angeli» come li chiama lei e agli altri pazienti ricoverati in terapia intensiva che lottano tra la vita e la morte. «Ciao, io mi chiamo Maria e vi voglio dire una cosa: dovete essere dei guerrieri. Spero che stiate meglio e che torniate a stare con i vostri amici. Vi saluto sia grandi che piccoli. Siete dei guerrieri. E un grande bacio a tutti gli angeli che lavorano lì».

Una sera di gennaio dell’anno scorso Maria e la sua mamma vengono travolte da un’auto proprio sotto casa, di fronte ai citofoni. In casa c’è la sorella maggiore. A quel citofono suona qualcun altro per comunica la notizia dell’incidente. Maria viene portata al San Gerardo e ricoverata per grave trauma cranico, contusioni polmonari, fratture e un’emorragia interna. La segue l’equipe medico-infermieristica del Trauma Center che assiste la piccola Maria. Le condizioni sono critiche, prima la terapia medica, poi il tentavio estremo di un’operazione neurochirurgica. Proprio come nei film il papà è dietro i vetri con il fiato sospeso, inseguendo giorno dopo giorno la speranza di poter vedere sorridere di nuovo la sua bambina. Con il passare dei giorni, tra speranze e nuovi peggioramenti, Maria lotta come un guerriero e alla fine riapre gli occhi. Segue lo sguardo del papà, dei familiari e del personale sanitario. Dopo diciassette giorni viene trasferita in una struttura riabilitativa, da cui esce salutando tutti.

Il fratello manda un biglietto pochi giorni dopo al reparto: «… avete contribuito a ricostruire una famiglia. Grazie». Dopo meno di quindici giorni Maria torna per un nuovo intervento neurochirurgico e riabilitazione. Poi, un giorno di ottobre, Maria suona al citofono del reparto di Terapia Intensiva Neurochirurgica. È passata a salutare insieme a papà: stringe la mano a tutti, medici, infermieri, agli operatori socio-sanitari, al personale che lavora nell’ombra. Un sorriso della bimba ripaga tutti del duro lavoro. Maria è tornata a scuola e anche a fare zumba. «Quella di Maria - sottolinea il Direttore Generale Matteo Stocco - è una delle tante storie affrontate dai nostri professionisti con tatto, passione ed esperienza. Grazie a loro il San Gerardo è diventato centro di riferimento regionale e nazionale per le situazioni più gravi».