STEFANIA TOTARO
Cronaca

"Superbike, ma quali bolle in pista: solo piccoli rigonfiamenti"

Processo Autodromo, il perito della difesa: "La caduta dei piloti? Nessun nesso causale"

La Superbike del 2012 fu sospesa per la pioggia

Monza, 14 ottobre 2016 - "Nessun nesso causale tra le bolle nell’asfalto della curva Parabolica e la caduta dei piloti della Superbike". È la conclusione del consulente tecnico chiamato ieri in aula alla ripresa del processo sulla gestione dell’autodromo dalla difesa degli ex direttore generale Enrico Ferrari, direttore tecnico Giorgio Beghella Bartoli e responsabile tecnico di pista Stefano Tremolada.

Sono tutti imputati di omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro per il supposto pericolo all’incolumità dei motociclisti, almeno durante la gara mondiale di Superbike del 2012, a causa dei piccoli vulcani che comparirono sulla pista con un cratere centrale che, in caso di pressione (come ad esempio al passaggio di un motociclo), era come se eruttasse, lasciando fuoriuscire dell’acqua proveniente dal terreno sottostante, oppure lasciata dalla pioggia, come nel caso di quella Superbike contestata, ufficialmente interrotta a causa di un forte temporale che si è abbattuto sul circuito.

"Più che bolle le chiamerei dei piccoli rigonfiamenti - ha dichiarato in aula il perito di parte - che si sono presentati soltanto il giovedì precedente alla Superbike (il giorno a cui risale la telefonata intercettata tra Beghella Bartoli e Tremolada, presenti ieri in aula per l’occasione, dove l’ultimo informava il direttore tecnico della presenza delle bolle e lui gli rispondeva di fare finta di niente, ndr) perché nei giorni successivi non c’è un solo documento che faccia emergere la presenza di imperfezioni sulla pista". Il consulente ha aggiunto che "per ogni giorno delle prove e nel giorno della gara è stato redatto un verbale dall’apposita commissione anche sulla situazione della pista ed è stato riscontrato tutto in regola". Il perito ha poi ricostruito che per la Superbike 2012 all’autodromo di Monza sono stati fatti "complessivamente oltre 7.000 giri della pista da parte di 139 piloti e si sono verificate circa 50 cadute sparse su tutto il tracciato".

Ma che è stata la curva Ascari "la più interessata da cadute" mentre alla Parabolica "se ne sono verificate 5 soltanto la domenica, causate da un combinato motivo di clima sfavorevole e temperatura bassa, oppure per un errore di traiettoria del pilota, come nel caso di Melandri". Marco Melandri era stato sentito dai pm insieme a Max Biaggi in qualità di rappresentante sindacale dei piloti delle dueruote. L’ipotesi d’accusa è che all’Autodromo sapevano che l’asfalto della Parabolica era in condizioni precarie. Eppure non l’hanno segnalato ai tecnici che avevano il compito di controllare la pista. E che non se sono accorti, lasciando dare il via libera alla gara.