
Bernie Ecclestone a Monza con Renzi
Monza, 20 settembre 2015 - Formula Uno, il contratto già c’è. Custodito in un cassetto della direzione dell’Autodromo. È la proposta di Bernie Ecclestone a Monza. L’accordo di rinnovo oltre il 2016. La versione originale di Mister B. Dettagliata in tutte le sue declinazioni e in tutti i suoi conteggi: altri quattro anni nel calendario del Mondiale, 27 milioni di dollari all’anno.
Non più con la formula una parte in contanti una parte come compensazione tra fatture. Tutti cash. In più il patron del circus iridato vorrebbe prendere in mano anche tutta la palazzina delle salette ospitalità, espandendo così il suo Paddock Club a tutto il building Sassoli.
Una proposta che Ecclestone ha messo nero su bianco e che la settimana prima del Gran premio d’Italia ha inviato direttamente al suo uomo di fiducia a Monza, l’avvocato Federico Bendinelli. Ex numero uno dell’Autodromo di Imola negli anni in cui ancora la Formula Uno correva sulle rive del Santerno, Bendinelli ed Ecclestone si conoscono da una vita. A livello personale e professionale. Tanto che durante il Gp il signore della F1 è uscito personalmente dalla sua hospitality – lasciando in attesa il governatore della Lombardia Roberto Maroni, il presidente di Sias, Andrea Dell’Orto, e il procuratore generale del circuito, Francesco Ferri – per cercare nel paddock e accompagnare dentro a braccetto proprio l’avvocato bolognese. Come a dire, senza di lui non si comincia.
La dimostrazione che a lui, Ecclestone, fa esclusivo riferimento arriva anche dalla spedizione del contratto. Queste sono le condizioni. Basta prendere in mano una penna e sottoscriverle. Margini di trattativa? Fino ad ora no. Troppi gli interlocutori che, a vario titolo e in differenti momenti, si sono presentati alla corte di Ecclestone per difendere la causa di Monza. Impossibile trattare. Non a caso Angelo Sticchi Damiani, presidente nazionale di Aci, ente che ha in mano la titolarità del Gp, su spinta dello stesso Ecclestone e del presidente del Coni Giovanni Malagò, ha rivendicato a sé, d’ora in poi, il ruolo di interlocutore unico. Anche se il presidente Dell’Orto ha già pubblicamente dichiarato di non avere alcuna intenzione di farsi da parte. Un braccio di ferro dal quale uscirà vincitore soltanto chi sarà in grado di mettere in cassaforte entro dicembre tutti i milioni da dare a Ecclestone. Missione non facile, anche per il calo degli incassi e dei guadagni.