
Luca Attanasio
Limbiate (Monza e Brianza) - Primi arresti in Africa, dopo tre mesi, per l’uccisione dell’ambasciatore italiano, Luca Attanasio e del carabiniere, Vittorio Iacovacci. Ad annunciarlo Félix Tshisekedi, presidente della Repubblica democratica del Congo e dell’Unione Africana. Il diplomatico fu ucciso il 22 febbraio assieme al militare che lo scortava e al loro autista in un agguato a un convoglio delle Nazioni Unite nell’area del parco dei Virunga, nella parte orientale del Paese. "Le indagini continuano – ha detto il presidente congolese - Ma sono stati arrestati alcuni sospetti: vengono interrogati e dietro di loro c’è sicuramente un’intera organizzazione".
Tshisekedi, che ha detto di essere rimasto sconvolto dalla morte dell’ambasciatore che conosceva "personalmente", ha aggiunto che gli arrestati sono "banditi di strada organizzati in gang", ma che "sicuramente hanno chi li guida". "Dobbiamo risalire a questa catena: abbiamo la collaborazione dei servizi italiani e ci stiamo lavorando molto". Attanasio, ambasciatore ad appena 43 anni, ma figura già apprezzata e riconosciuta nel mondo diplomatico, originario di Limbiate, in Brianza, cadde vittima di una sparatoria contro il convoglio Onu a nord di Goma, nei pressi del confine con il Ruanda, insieme alla sua guardia del corpo e all’autista, Mustapha Milambo.
La zona è una polveriera in una regione storicamente instabile con miniere da cui dipende gran parte della tecnologia mondiale. Il suo convoglio finì in un’imboscata di miliziani armati contro i mezzi, due autovetture, del World Food Programme in transito su una strada della provincia orientale congolese del Nord Kivu: al passaggio nei pressi del parco, i veicoli trovarono la strada bloccata da ostacoli posti appositamente per impedire il passaggio. Prima i colpi di avvertimento verso la prima delle due jeep del convoglio (quella su cui viaggiavano Attanasio e Iacovacci), quindi l’uccisione dell’autista, Mustapha Milambo. Poi Attanasio e Iacovacci, probabilmente feriti, vennero trascinati nella foresta. Ma l’intervento di una pattuglia dei ranger del Virunga insieme a un’unità dell’esercito congolese, che si trovavano in zona, provocò uno scontro a fuoco: Attanasio fu colpito a morte e il commando fuggì portando con sé Iacovacci ma dopo un chilometro e mezzo uccise anche il carabiniere, lasciandosi dietro il corpo ritrovato dai soldati.
Sugli autori dell’aggressione si sono fatte molte ipotesi, ma nessuna certezza. Di certo c’era che il convoglio - diretto a Rutshuru, a nord di Goma, per visitare una scuola dove lo stesso Wfp aveva invitato Attanasio - non era scortato dai caschi blu. Tra le decisioni prese dalle autorità congolesi dopo l’attacco a Kibumba, il provvedimento che obbliga a segnalare gli spostamenti dei diplomatici con 7 giorni di anticipo. Attanasio fu salutato da funerali di Stato e poi da una cerimonia a Limbiate, alla quale, oltre alla moglie, rimasta sola con tre figlie, ha partecipato l’intera comunità.