Asfalti Brianza, sequestrati rifiuti speciali. Il bitumificio aveva ripreso a inquinare

Lo stabilimento di Concorezzo nel mirino per gli odori nauseabondi era stato chiuso nel 2020. Invece di smaltire i rifiuti li miscelava per continuare a fornire un composto adatto ai lavori stradali

La Asfalti Brianza

La Asfalti Brianza

Concorezzo - Non è ancora finita. Un altro sequestro ad Asfalti Brianza, il bitumificio di cui dal 2014 si dibatte per gli odori nauseabondi lamentati dai cittadini di quattro comunità confinanti (Monza, Concorezzo, Agrate Brianza, Brugherio), costretti a chiudere le finestre anche in piena estate per non soccombere a puzze e bruciori alla gola, nausea, vomito. L’attività nell’impianto, al centro era stata sospesa ufficialmente il 5 luglio 2020, in una guerra di carte bollate. Ma le cose non sono andate così come previsto.

Rifiuti speciali sotto chiave

L’altro giorno la polizia provinciale ha infatti sequestrato una parte dell’impianto, già sottoposto a sequestro preventivo e privo di autorizzazione provinciale ambientale. E gli uomini agli ordini del comandante Flavio Zanardo hanno sequestrato soprattutto mille metri cubi di rifiuti speciali in cumuli alti oltre 10 metri, che venivano miscelati con altri già presenti – e che avrebbero dovuto invece già essere smaltiti – così che il nuovo composto potesse essere utilizzato all’interno di costruzioni e pavimentazioni stradali. Il titolare dell’attività, un 50enne, poteva accedere all’area sequestrata soltanto per eseguire quanto disposto dalla magistratura, vale a dire la rimozione dei rifiuti presenti, ma ne avrebbe approfittato per far giungere decine di camion di macerie e commercializzarle unitamente a quelle che invece sarebbero state da smaltire. Di qui la denuncia a suo carico per “violazione di sigilli” e per “illecita gestione di rifiuti speciali”. Le indagini proseguiranno nei prossimi giorni con l’utilizzo di droni. In attesa dell’imminente processo, in cui si sono costituiti parte civile i Comuni di Concorezzo, Monza e Agrate Brianza.

Sigilli violati

"La violazione dei sigilli traccia un quadro preoccupante. Che la società si sia sentita di infrangerli con un doppio processo alle porte – penale e civile – in cui Asfalti Brianza è chiamata in causa e dopo tutte le prescrizioni delle istituzioni, penso alla Provincia, e alla stessa autorità giudiziaria, deve spingere a riflettere. C’è totale assenza di rispetto". Commente così Mauro Capitanio, sindaco di Concorezzo, da sempre vicino alle famiglie nella battaglia contro il bitumificio che "non rispetta le regole". E aggiunge: "E pensare che è cominciato tutto dal traffico illecito di rifiuti. Il problema dell’inquinamento è scaturito proprio da lì. Parte dei cumuli rimossi oggi appartengono ancora alla prima partita di immondizia al centro del caso". Ora, alla vigilia delle udienze, l’ultimo "incomprensibile colpo di scena: i controlli sull’impianto non sono mai venuti meno".