Asfalti Brianza, la lunga querelle dei miasmi del bitumificio che avvelena Sant’Albino

Dal 2014 un Comitato si batte per allontanare l’azienda dalle proprie abitazioni, nel frattempo la sospensione disposta dalla Provincia continua fino al 30 settembre

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È da anni che i residenti di Sant’Albino combattono contro le puzze. Estati rintanati in casa, con i sistemi di condizionamenti spenti perché i miasmi arrivavano persino attraverso i filtri, con le finestre chiuse. Post sui social e sulla chat per raccontare le notti insonni di persone che, a causa delle puzze avevano anche problemi respiratori, mal di testa, bruciore agli occhi e alla gola. Qualcuno è finito in pronto soccorso. Il Comitato di quartiere di Sant’Albino è un “veterano“ in tema di puzze: una battaglia iniziata nel 2014 e ancora oggi in corso contro l’azienda Asfalti Brianza di Concorezzo che produce asfalto per le strade. I residenti, poi costituiti in Comitato di quartiere, si sono rivolti a più riprese al Comune (di Monza e di Concorezzo), ad Ats, all’Arpa, alla Provincia, alla Regione, alle associazioni ambientaliste. Continue telefonate ai carabinieri, la raccolta di centinaia di segnalazioni indicando orario e il tipo delle puzze percepite, consulti (anche a proprie spese) con esperti. Il Comitato di Sant’Albino ha sempre posto l’attenzione soprattutto sul rischio di emissioni di sostanze cancerogene: da qui la richiesta di chiudere l’azienda e di trasferirla. Ma anche dall’ultimo controllo di Ats e Arpa è emerso che non ci sarebbero problemi di salute, ma solo di puzze. Dalle verifiche eseguite da Ats e Arpa e presentate all’inizio di agosto in Prefettura: "La qualità dell’aria è la stessa del resto del territorio e dell’hinterland di Milano". Nel frattempo, come disposto dalla Provincia per la ditta di Concorezzo stop all’attività fino al 30 settembre.

B.Api.