Antichi mestieri. Sellaio e maniscalco. Artigiani di “sartoria“

Le prime cavalcate a 6 anni, poi la scelta di arruolarsi

Antichi mestieri. Sellaio e maniscalco. Artigiani di “sartoria“

Antichi mestieri. Sellaio e maniscalco. Artigiani di “sartoria“

Sono carabinieri. Ma prima ancora veri artigiani. Il loro lavoro è essenziale. Sono il sellaio e il maniscalco, innamorati del mondo dei cavalli fin da piccoli prima di entrare nell’Arma dei carabinieri: chi ha cominciato a montare a 12 anni, chi a 8 e chi addirittura a 6, sviluppando un rapporto stretto con l’animale, imparando ad essere fermo, ma paziente, ad incoraggiarlo e a creare un rapporto di fiducia. Il sellaio racconta la selleria, luogo tradizionale, sempre ordinato, esibito con orgoglio anche durante gli eventi di rappresentanza. Le selle sono personalizzate per ogni cavaliere che le utilizza e le deve tenere in ordine, mentre briglie e bardature usate nell’attività ordinaria e per le parate sono realizzate ad hoc per ciascun cavallo. La sella di cuoio con l’interno in ovatta, con doppia briglia, segue la scuola inglese, ben diversa da quella western dei film americani. L’addetto alle scuderie e il cavaliere hanno spiegato il comportamento dei cavalli morgesi, animali d’esperienza abituati ad affrontare le pattuglie in un parco cittadino, selezionati in base alle loro specifiche caratteristiche fisiche, morfologiche, colore del manto, prestazioni e carattere. Nelle attività ordinarie ogni cavaliere trova il suo feeling con un cavallo, mentre con un altro può trovare incompatibilità di carattere e il cavallo lo dimostra. Poi nelle operazioni più delicate si sceglie il cavallo più energico o quello più tranquillo che deve stare fermo durante le cerimonie.

Attaccata alla sella, la bisaccia con la radio e il kit di primo soccorso e il reggisciabola, arma tradizionale dei carabinieri a cavallo (oltre alla carabina, fucile corto che dà il nome al corpo d’arma). Durante le parate, quando il cavaliere è in alta uniforme, anche il cavallo calza la lucerna, il cappello blu, colore dei Savoia, con il pennacchio rosso, simbolo di coraggio. Il maniscalco, rivela competenze di metallurgia e veterinaria. Ha raccontato l’arte millenaria della mascalcia, della lavorazione del ferro e della realizzazione di armature per gli zoccoli dei cavalli. Anche lui ha cominciato a cavalcare da piccolissimo, si è arruolato a 17 anni e ha chiesto di fare il percorso da carabiniere maniscalco: 10 anni di aiuto maniscalco, per poi fare il corso effettivo. In aggiunta, racconta di aver imparato molto seguendo i maniscalchi civili e lavorando a stretto contatto con il veterinario. Sì, perché i quattro “piedi“ dei cavalli sono uno diverso dall’altro, le unghie crescono e vanno tagliate e rifilate, passando molto vicino a ossa e vasi sanguigni: quindi i ferri vanno cambiati ogni 50-60 giorni. È un lavoro di precisione. Per costruire un ferro di cavallo servono sei fasi, ogni ferro viene fatto a mano e su misura per ogni zoccolo, nel tempo record di 20 minuti, con attrezzi anch’essi rimodellati a mano, modificando quelli standard, con compasso aureo e goniometro per prendere le misure. La mascalcia è la passione di una vita e il suo rammarico è che nessuno oggi voglia fare questo mestiere per i carabinieri. Tutti gli otto graduati si occupano della cura del cavallo, taglio del pelo, pulizia, ma anche della manutenzione della caserma. Da giugno di quest’anno, c’è anche un’amazzone, unica donna nel posto fisso dei carabinieri a cavallo di Monza, anche lei appassionata di equitazione dall’infanzia. E affascinata dalla divisa.

C.B.