Amore e lotta al fascismo. I giardini Vittorini-Varisco

Domani l’intitolazione dell’area verde accanto alla biblioteca civica allo scrittore siciliano e alla figlia dell’allora primo cittadino di Concorezzo .

Amore e lotta al fascismo. I giardini Vittorini-Varisco

Amore e lotta al fascismo. I giardini Vittorini-Varisco

Lui era sposato con Rosetta Quasimodo, la sorella del poeta siciliano premio Nobel, lei in attesa di annullamento del matrimonio dal commediografo Cesare Vico Lodovici. È l’estate del 1932 e fra Elio Vittorini, una delle voci più potenti del Novecento, e Ginetta Varisco, intellettuale autodidatta brianzola, scoppia un amore travolgente e proibito.

Galeotto fu Bocca di Magra, il villaggio ligure di pescatori buen retiro delle élite, molto prima del turismo di massa. Nella fitta schiera di scrittori che frequentano la località c’è anche l’indimenticabile autore di “Conversazione in Sicilia“.

È nato così un rapporto durato per sempre, oltre le convenzioni. Ed è nella Concorezzo di Luigia, questo il vero nome della poetessa, che i due sono sepolti insieme nella cappella della famiglia Varisco. Domani, alle 16.30, la città intitolerà alla coppia i giardini della biblioteca. Ci saranno anche i familiari del critico e della donna. Il loro amore per la vita, per la cultura e per la città ha spinto l’amministrazione a legare il loro ricordo a un posto così significativo, soprattutto per i giovani. Nei nuovi esterni Vittorini-Varisco sono state allestite aree studio all’aperto e spazi per lo smart working, qui passeranno soprattutto universitari e professionisti e un pensiero certamente correrà ai celebri letterati. Lei figlia di Federico Varisco, due volte sindaco di Concorezzo, imprenditore facoltoso, lui, direttore della casa editrice Einaudi insieme a Italo Calvino. Un rapporto che si consolidò nella lotta antifascista, Ginetta faceva visita a Elio a San Vittore quando fu imprigionato.

E quando uscì trasportavano in bicicletta la stampa clandestina. Si sposarono tre giorni prima della morte dello scrittore il 12 febbraio 1966, Vittorini dispose nel testamento di essere sepolto al suo fianco. E quando nel 1978 Ginetta scomparve, le spoglie del grande intellettuale furono trasferite in Brianza nel massimo riserbo.

Erano stati inseparabili, vivevano insieme dagli anni Cinquanta, e voleva che fosse così per sempre. Fra loro c’era un fuoco che l’amica regista Marguerite Duras descriveva così: "Un amore terribile, che avrebbe potuto atterrirmi perché sempre così presente, ogni minuto, talmente definitivo da far paura come fa paura l’assoluto, perché costringeva a credere all’amore". Un legame più forte di tutto, anche del tempo.

Barbara Calderola