Altre 21 pietre d’inciampo per non dimenticare l’orrore nazifascista

Consegnate ai sindaci alla presenza dei vertici di Provincia e Prefettura verranno posizionate alla prossima Giornata della memoria

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di Cristina Bertolini

La Brianza riparte sul filo della memoria.

Nei giorni scorsi, presso la Provincia, sono state consegnate, ai sindaci della Brianza, ventuno nuove pietre di inciampo per ricordare quei cittadini che al tempo delle deportazioni nazifasciste non sono più tornati a casa.

Presenti alla cerimonia il presidente della Provincia Luca Santambrogio, il vice Prefetto aggiunto Lea Saporetti, Fabio Lopez, vicepresidente Comitato pietre di inciampo e Roberta Miotto per l’ associazione “Senza confini”.

Collegata in remoto anche Milena Bracesco, presidente del Comitato.

Le pietre d’inciampo sono piccoli blocchi quadrati di pietra (10x10 cm), ricoperti di ottone lucente, che vengono posti davanti alla porta della casa (o nel selciato del posto di lavoro o di arresto) di un deportato nei campi di sterminio nazisti, per ricordarne nome, anno di nascita, giorno e luogo di deportazione; e data di morte.

Queste installazioni, diffuse in diverse città europee, rappresentano le tessere di un grande mosaico della memoria.

Ad oggi in Brianza ne sono state collocate 47. Le pietre consegnate saranno poi posate in ogni Comune nella prossima Giornata della memoria, per riprendere il percorso interrotto dal Covid di costruzione del mosaico della memoria avviato negli scorsi anni grazie all’attività del Comitato delle pietre di inciampo MB, fondato dall’associazione “Senza confini”, la sezione di MonzaSesto dell’Associazione nazionale ex deportati e la sezione provinciale dell’Anpi, l’Associazione nazione partigiani d’Italia..

L’iniziativa coinvolge la Provincia e la Prefettura di Monza e Brianza ed è cresciuta espoinenzialmente con l’adesione di 29 Comuni, oltre a scuole e associazioni.

"Il Comitato Pietre d’inciampo non si ferma - dichiara Milena Bracesco - sono finalmente arrivate le 20 pietre che ricordano alcuni dei nostri deportati tra cui quella dedicata a mio padre Enrico Bracesco, antifascista deportato e assassinato al Castello di Hartheim, centro di sperimentazione medica nazista legata al folle progetto Aktion T4 (ricerca dell’eugenia) da cui non vi furono sopravvissuti". "La Provincia, con l’adesione al Comitato, offre sostegno a tutte le azioni necessarie a tenere viva la memoria che ci riporta a riflettere sul senso della parola democrazia e libertà - aggiunge il presidente della Provincia di Monza e Brianza, Luca Santambrogio - Siamo riusciti a dare un forte segnale di presenza organizzando online una settimana di eventi lo scorso gennaio.

Oggi riprendiamo quel percorso iniziato per connettere la Brianza al mosaico europeo a cura dell’artista tedesco Gunter Demnig".