BARBARA CALDEROLA
Cronaca

All’ombra della Frette. I corredi per re e regine ma la gente di Concorezzo non si è montata la testa

Città dal 1989, è rimasta il borgo solidale di sempre, pronto a dare una mano a chi ha bisogno. E la gloriosa fabbrica tornerà con un restyling milionario, nuovi uffici e un museo del tessile.

Il suo nome è rimbalzato nel mondo grazie a Frette, l’azienda del lusso, fornitrice dei corredi di Savoia e dell’Orient Express, se lo è portato cucito addosso come un abito su misura ai quattro angoli del pianeta, ma Concorezzo non si è montata la testa. La città, titolo conquistato nel 1989 grazie a un patrimonio di servizi e prestazioni costruito passo dopo passo suggellato da un decreto del presidente Francesco Cossiga non ha perso la propria anima.

È rimasta il borgo solidale di sempre, pronto a dare una mano a chi ha bisogno. Anche oggi, che il reddito pro capite medio è di 29mila euro, i problemi non mancano. "La fila al nostro guardaroba è lunga – racconta Cecilia Valcamonica dell’armadio Caritas –. Ci sono tante famiglie straniere, ma anche tante italiane. Casa e lavoro restano i nodi da sciogliere anche qui. Senza, non si va avanti". I mercatini dell’organizzazione sono un punto di riferimento non solo per chi è in difficoltà, ma per l’intera comunità. "Ai nostri quattro appuntamenti annuali vendiamo tutto a 2 euro", neppure gli ‘sciuri’ disdegnano qualche capo ancora con il cartellino. Perché in questo lembo di Brianza fra Vimercate e Monza non si dona roba da buttare "e anche questo racconta i concorezzesi".

C’è chi fatica, "ma è un centro benestante", aggiunge Ivan Giambelli, titolare della omonima azienda di impianti di aria condizionata, e soprattutto padre di Carla, giovane promessa del tennis italiano. L’anno scorso, a soli 16 anni, la racchetta d’oro di Concorezzo è diventata campionessa europea. Un orgoglio per la città e per i parenti, tutt’altro che sbandierato, nello stile della casa. "Io e mio padre siamo innamorati di questo posto – dice l’atleta –. Si possono ancora fare due chiacchiere dal panettiere: non siamo numeri di passaggio", sottolinea il papà. Da queste parti si prova a fare squadra. Soprattutto davanti ai problemi.

"Sono nato e cresciuto qui, non cambierei Concorezzo per niente la mondo – ammette Matteo Terzoli, presidente dei commercianti –. Il nostro settore attraversa un momento difficile, ma le oltre 100 vetrine sparse sul territorio si danno da fare per offrire il meglio: un servizio e quel calore che ci distingue dalla grande distribuzione e dalla vendita online". A dare una mano, ci pensa il Comune. "Il centro storico è davvero vivace, il passaggio c’è – prosegue l’esercente – e questo per noi fa la differenza. Le istituzioni sono sempre al nostro fianco. Abbiamo costruito un programma di eventi che punta a rinsaldare il rapporto con la clientela. Questo ci distingue da altre realtà della zona che rischiano di trasformarsi in dormitori. La gente, qui, invece, vive la città". Un’opinione condivisa dalla grande industria.

"Siamo rimasti a Concorezzo per tante ragioni – conclude la carrellata Riccardo Vincenti, consigliere delegato di Ksb, il colosso delle valvole, dalla Scala di Milano al Bosco verticale, con sede in via D’Azeglio – . La città è una porta per il mercato italiano ed europeo e la vicinanza con aree industriali avanzate ci ha permesso di attrarre e mantenere personale qualificato. Il legame con il territorio è un valore aggiunto: favorisce partnership a lungo termine con aziende e fornitori (anche) a chilometro zero". È così vero che Frette ha deciso di tornare a Concorezzo, in un pezzo dello storico sito di via Dante dimesso anni fa. Nel 2022 è stata proprio la gloriosa fabbrica ad aggiudicarsi il restyling messo a gara dall’amministrazione per 10 milioni di euro, qui aprirà nuovi uffici e un museo del tessile.