
L’artista americano Dennis Oppenheim e il collezionista brianzolo Alberto Rossini con un paio di opere della serie “Lamp Dog”
Un omaggio a uno degli artisti più sperimentali e radicali della ricerca creativa del secondo Novecento, un protagonista dell’intreccio tra i linguaggi, capace di abbattere i confini tra arte, architettura e ambiente. Un’esposizione di opere che riflettono la vocazione multidisciplinare dell’autore, che fondeva assieme scultura, performance, installazione e oggetti della quotidianità.
È la mostra dal titolo “Dennis Oppenheim - Lamp Dog e Rock Garden nel Rossini Art Site“, curata da Francesca Guerisoli e che verrà inaugurata domani alle 17 nel parco-museo di Briosco. Al centro del percorso due lavori emblematici della produzione di Oppenheim: una selezione di esemplari della serie “Lamp Dog“, installazione tra le sculture più emblematiche della fase monumentale dell’artista americano, e i modellini di “Rock Garden“, progetto visionario concepito proprio per il parco Rossini ma rimasto allo stadio di modello. Ad accompagnare queste opere, disegni e materiali d’archivio inediti, che raccontano il legame tra Oppenheim e il collezionista brianzolo Alberto Rossini. L’esposizione, spiegano gli organizzatori, "propone un dialogo attivo tra opera, paesaggio e memoria". "Nella Collezione Rossini Dennis Oppenheim è tra le presenze più significative – raccontano –. Noto per la sua capacità di mescolare linguaggi e tecniche, per l’esplorazione dei confini tra arte, architettura e spazio pubblico, ha contribuito a espandere il concetto di scultura, integrando elementi della performance, video, fotografia e installazione, servendosi di oggetti comuni così come di elementi industriali e materiali naturali. Nelle sue opere è costante l’intento di coinvolgere il pubblico in un’esperienza sensoriale e concettuale fuori dalle convenzioni". Il rapporto tra Oppenheim e Rossini cominciò alla fine degli anni ‘90, quando l’artista aveva abbandonato le pratiche legate alla land art e all’estetica minimalista per concentrarsi su opere scultoree dal forte impatto visivo, create manipolando e trasfigurando oggetti quotidiani, generando forme ibride cariche di ironia e ambiguità. Così nel 2000 Rossini acquisì Lamp Dog, oggi installata in modo permanente nel parco-museo, figura canina creata da un filo metallico essenziale e attraversata da punti luce. Del 2003 il progetto Rock Garden, sculture architettoniche in pannelli di vetro colorato dalle forme irregolari e sfaccettate, concepite per essere attraversate dal pubblico. La mostra, visitabile da domenica al 2 novembre, è organizzata con la Fondazione Pietro e Alberto Rossini e fa parte del ciclo Gli Amici di Alberto Rossini, dedicato al collezionista e agli artisti con cui condivise visioni e progetti.