DARIO CRIPPA
Cronaca

Aggressione di Capodanno, arrestato un altro ragazzino. Minacce ai testimoni: “Se finiamo in carcere, appena usciamo vi spariamo”

Meda, la vittima ferita all’addome con un coccio di bottiglia e lasciata in strada. Intimidazioni in stile Gomorra da parte dei baby aggressori

carabinieri

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Un altro arresto, il quinto, e non è escluso che altri ne possano ancora avvenire. Si dipana la vicenda del 34enne pachistano gravemente ferito la notte di Capodanno a Meda. I carabinieri della Compagnia di Seregno hanno arrestato un altro ragazzo, 17 anni all’epoca dei fatti, e portato quindi al carcere Beccaria di Milano. La vittima camminava palesemente ubriaca in centro con un connazionale ed era stata accerchiata e picchiata da un gruppo di giovani e poi ferita gravemente all’addome con un coccio di bottiglia.

I carabinieri, coordinati dalle Procure competenti, hanno poi arrestato su ordinanza di custodia cautelare in carcere un 20enne, che avrebbe sferrato il fendente e il fratello minorenne, entrambi di Cabiate, insieme ad altri due minorenni residenti a Seregno e Meda. Il difensore di questi due ultimi, l’avvocato Elisa Grosso, sostiene che i ragazzi non hanno utilizzato il coccio nella colluttazione, né hanno colpito il pachistano e neppure sapevano che fosse stato ferito. La legale aveva chiesto alla Procura di proseguire le indagini, per chiarire la vicenda e per valutare l’ipotesi di omissione di soccorso.

La vittima era stata infatti lasciata a terra in strada, tanto che alcuni passanti avevano pensato che si fosse addormentato per l’eccesso di alcol. Sentito in seguito dai militari, aveva ammesso di essere stato intimidito. Ed è emerso tra il gruppetto di amici, almeno una decina, che si trovavano sul luogo dell’aggressione, un clima di intimidazione e minacce in stile Gomorra. "Tu non hai visto nulla e non conosci gli aggressori perché erano incappucciati. Se finiamo in carcere, una volta fuori vi spariamo", avrebbero detto i due fratelli a qualcuno degli amici. Uno di loro aveva ricevuto la telefonata di un amico comune. "Oh, vieni a mangiare una pizza... non fare il moccioso, muoviti", si era sentito intimare. Per essere poi minacciato di morte.