Affidato ai servizi sociali, chiede di tornare in cella: "Si fatica meno"

La curiosa richiesta avanzata da un detenuto per truffa: non sopportava più i turni al lavoro in cucina e nell’orto

Migration

I servizi sociali all’aria aperta? Troppo faticosi, stressanti.

Meglio rilassarsi tra le quattro mura del carcere, piuttosto.

Decisione singolare, quella di un 48enne brianzolo, che ha chiesto di lasciare la comunità, per rifugiarsi in cella.

I carabinieri della Stazione di Besana hanno eseguito la misura della sospensione dell’affidamento in prova ai servizi sociali e il contestuale arresto nei confronti dell’uomo, pluripregiudicato per reati in materia di stupefacenti e contro il patrimonio e, in particolare, per numerose truffe online commesse in tutto il nord Italia (province di Biella, Bologna, Ferrara, Gorizia, Milano, Monza, Pordenone, Ravenna, Trento, Treviso, Verona, Vicenza).

Lo scorso 10 dicembre il malvivente si trovava in una comunità della zona per espiare la pena detentiva di sei mesi di reclusione in seguito alla condanna per guida in stato d’ebbrezza e sotto l’effetto di stupefacenti.

L’uomo però, ben noto ai militari dell’Arma poiché più volte denunciato per svariati reati commessi sul territorio, dopo aver trascorso meno di un mese in una comunità terapeutico riabilitativa ha manifestato il desiderio di mollare.

Troppo pesanti per lui le varie attività quotidiane, i turni in cucina e nell’orto, le mansioni da svolgere.

Ha realizzato che la misura alternativa alla detenzione non faceva al caso suo, insomma.

"In carcere si fatica decisamente meno", ha detto senza troppi giri di parole ai carabinieri al momento dell’arresto, dopo aver espressamente chiesto di scontare i mesi mancanti in carcere. Ale.Cri.