Adriana e le sue amiche di uncinetto vestono i neonati dei villaggi africani

L’appello dal nostro giornale di una studentessa di Medicina impegnata nella missione della Fondazione Corti raccolto da un gruppo di appassionate di lavori a maglia: "Abbiamo gomitoli e tempo per poter fare del bene"

Migration

di Cristina Bertolini

La solidarietà è contagiosa e il suo veicolo è anche il passaparola. E così l’articolo comparso sulla nostra testata il 27 dicembre ("Il camice e l’uncinetto per confezionare cappellini e tutine") ha colpito il cuore di Adriana Borgonovo della frazione Robbiate di Giussano. Che subito si è mobilitata per dare una mano a Eleonora Cartisano, studentessa di Medicina a Monza, che in febbraio andrà alla missione della Fondazione Corti a Lacor in Uganda, dove i bambini nati prematuri hanno bisogno di cappellini di lana per evitare ipotermia. Per questo Eleonora ha lanciato un appello a tutti i conoscenti che lavorano a maglia chiedendo loro un contributo.

"Tra Giussano e Robbiate – racconta la signora Adriana – durante il lockdown si era costituito un gruppo di una decina di amanti del lavoro a maglia che avevano preparato manufatti da offrire alle associazioni caritative del territorio per mamme e bambini italiani e soprattutto stranieri in difficoltà. Tutte noi avevamo fatto incetta di gomitoli di lana rimasti in fondo ai cassetti. Ora lavoreremo per l’Uganda". Detto fatto, dopo aver letto il nostro articolo è scattata subito la ricerca dei referenti monzesi dell’iniziativa, Eleonora e la Fondazione Corti, per mettere a punto i dettagli della collaborazione. "Noi cominciamo a preparare il materiale per i bambini e poi a fine gennaio lo consegnamo per la spedizione", l’impegno di Adriana per i bimbi della Fondazione Corti. Una realtà che affonda le radici nel territorio della Brianza: Piero Corti era nativo di Besana Brianza e la sua famiglia è ancora conosciuta tra Giussano, Carate e Besana. Quindi i cittadini del territorio mettono volentieri a disposizione i loro talenti per progetti lontani dalla Brianza.

La sua storia è stata accolta da uno dei mille rivoli di solidarietà silenziosa che costituisce l’ossatura sociale del territorio: la signora Adriana, come le altre amiche che lavorano a maglia, è coinvolta da tempo in associazioni di volontariato e caritative che si attivano per feste, lotterie e tombolate benefiche nei comuni e nelle parrocchie. "Ho letto l’articolo – continua Adriana – e ho pensato a come noi da qui potevamo fare qualcosa. È bello leggere buone notizie di solidarietà e altrettanto bello poter contribuire con la nostra rete di contatti". Le signore si ritrovavano a lavorare a maglia in biblioteca, prima del Covid. Poi la pandemia ha rinchiuso tutti i casa e ora è difficile modificare le abitudini restrittive, per tornare a una maggiore libertà, complici anche le continue mutazioni del virus che spaventa ancora con le sue varianti.