
Fu lo studioso brianzolo Giorgio Teruzzi a scoprire l’esemplare di Sipionyx samniticus meglio conservato al mondo
Addio al paleontologo Giorgio Teruzzi, papà di Ciro, il primo fossile di dinosauro trovato in Italia. Fu lo studioso brianzolo a scoprire l’esemplare di Sipionyx samniticus, il “calco“ meglio conservato al mondo, finito su “Nature“, una scoperta che proiettò lo specialista, insignito della Gugia dòra, nell’olimpo della comunità scientifica.
Ieri, Concorezzo, la sua città, si è svegliata con un velo di tristezza. La notizia della scomparsa del ricercatore ha scosso tutti. Teruzzi era una di quelle personalità che fanno gonfiare il petto d’orgoglio. "Una figura di calibro internazionale, di grande rilievo per la cultura scientifica italiana – ricorda il sindaco Mauro Capitanio –. Nel 2006 aveva ricevuto la benemerenza cittadina per l’eccellenza del suo lavoro di divulgazione al Museo di Storia Naturale di Milano".
Fra le sue scoperte, anche il Saltriosauro, uno dei primi dinosauri descritti sul suolo brianzolo. E Ciro, recuperato da una cava dismessa a Benevento e analizzato dal professore: un momento storico. Teruzzi si era accorto subito di essere di fronte a un reperto eccezionale e la notizia aveva fatto il giro del mondo. Un ritrovamento straordinario che ha permesso agli studiosi di capire cose mai viste prima sui rettili giganti della preistoria, attirando l’attenzione dei media e dei grandi musei del pianeta. Era il 1993. E anche oggi è una pietra miliare nello studio dei fossili. Di Ciro, infatti, non solo fu trovato solo lo scheletro quasi completo ma anche, per la prima volta in assoluto, parti molli, resti di organi, la cartilagine della trachea, fibre muscolari e persino la cheratina dei suoi artigli.
Barbara Calderola