FABIO LUONGO
Cronaca

Addio a Francesco Magni, voce della Brianza

Si è spento a 71 anni il cantautore di Briosco, tra i maggiori esponenti della canzone lombarda: portò a Sanremo "Voglio l’erba voglio"

di Fabio Luongo

La Brianza ha perso la voce. Se n’è andato il suo cantautore per eccellenza, l’artista che più ne ha saputo raccontare e incarnare lo spirito, da vero pioniere della musica dialettale del nostro territorio. Si è spento a 71 anni il cantautore caprianese Francesco Magni, tra i maggiori esponenti della canzone lombarda. Aveva fatto in tempo a ricevere, neanche due mesi fa, la benemerenza più importante attribuita dalla sua regione, quella Rosa Camuna che il Pirellone assegna ai lombardi che hanno lasciato un segno.

Un premio arrivato come un doveroso omaggio a chi ha saputo narrare le storie e i personaggi della sua terra, dando loro un valore universale, da conoscitore profondo dell’animo umano. Ma l’ironia, l’originalità e l’attenzione alla realtà che nutrivano l’arte e la vita di Magni si erano fatte apprezzare anche su un palco complicato come quello del Festival di Sanremo, dove il cantautore brianzolo nel 1980 portò il brano "Voglio l’erba voglio", vincendo il Premio della Critica. Il capitolo più recente della carriera di Magni è stato il disco "Maramao" - da qualche giorno disponibile anche sugli store digitali di musica -, ultimo prodotto di un percorso cominciato negli anni Settanta e che lo ha visto lavorare assieme a nomi di primo piano della scena italiana. Agli inizi le collaborazioni con Nanni Svampa e poi con Moni Ovadia, allora leader del Gruppo Folk Internazionale, con cui il cantautore caprianese diede vita alle favole moderne contenute negli album "Il Paese dei bugiardi" e "Cocò". Esperienze che lo portarono a suonare con artisti come Mario Arcari e Vincenzo Zitello, Antonella Ruggiero e Alberto Fortis. Poi altri dischi - come quel capolavoro che è "Scigula" -, la vittoria del Premio Chico Mendes insieme a Franco Parravicini per la canzone "Lambrada", la collaborazione con i Matia Bazar e la messa in musica de "I promessi sposi" di Manzoni, con brani originali e pezzi basati sulla versione poetica dialettale di Piero Collina.

"Ci ha lasciato tantissimo - dicono i familiari -, è stato un grande amante della vita, un grande cantautore e musicista, un grandissimo cantastorie. Manca già. Ci lascia tante tracce da ascoltare e su cui pensare, parole e musiche da meditare". "Era una persona molto schietta, di grande simpatia, amato e benvoluto da tutti", lo ricorda il vicino e amico Fabio Fossati. A chiunque lo abbia conosciuto sono rimaste impresse la sua umanità, la sua schiettezza e l’immancabile ironia. Per il besanese Alessandro Corbetta, consigliere regionale che aveva proposto l’assegnazione all’artista brianzolo della Rosa Camuna, "Magni è stato un vero precursore, ha denunciato già dagli anni ‘70 i pericoli a cui andavamo incontro con l’urbanizzazione e la rinuncia alla campagna e ai suoi valori. Ora tocca a noi il compito di tramandare il suo nome, di farlo conoscere alle giovani generazioni, perché Francesco Magni è e resta la Brianza, e chi la vuole comprendere non può prescindere dalle opere di Magni". I funerali si terranno oggi alle 14.30 nella chiesa di Capriano.