
Una decina di accordi-modello e una categoria da tutelare: i lavoratori fragili. Con il tumore, con una grave malattia al cuore, con il diabete. Un esercito silenzioso nel mare dei 40mila metalmeccanici della provincia, che "a causa del Covid rischiava di rimanere senza reddito e senza posto", dice Pietro Occhiuto, segretario della Fiom-Cgil Brianza.
I sindacati hanno corretto subito una stortura del sistema: i medici aziendali per timore dell’impatto di un’eventuale infezione sulla salute dei più deboli, ne dichiarano l’inidoneità, "ma non sempre i dottori di famiglia li proteggono con la malattia, privandoli, di fatto di ogni diritto". Un meccanismo che da complicato rischiava di diventare iniquo. Da qui la corsa per rimediare. "La soluzione non era scontata, ma le aziende hanno capito e hanno cominciato a firmare intese su tre mesi di malattia fuori sacco, cioè straordinaria, da pagare al 100%, che non si somma a quella solita", spiega il segretario.
L’hanno già sottoscritto St ad Agrate, Fontana a Veduggio, Trillium Pumps Italy, ex Gabbioneta, a Nova, Hydro a Ornago, Sacma a Limbiate, Sanvito e Somaschini a Carate. "Nomi importanti che ci fanno sperare di proseguire su questa strada anche in futuro - continua Occhiuto -. La soluzione individuata ci permette di salvaguardare chi rischiava di ritrovarsi con un pugno di mosche in mano".
Il pasticcio era sugli operai di aziende che non sono in cassa integrazione, ai quale in caso di stop da parte dello specialista interno non spetta nessuna indennità. "E alla fine, pur essendo a casa per ordine del medico si giocherebbero l’assunzione - ancora il segretario -. Una situazione inaccettabile per la quale serviva una soluzione".
"La trattativa è stata tutta in discesa - racconta Giovanni Bramante, delegato Fiom della Trillium - la ditta è molto attenta al sociale e ha accettato subito di introdurre questa novità. Abbiamo la palestra e l’orto, è ovvio che la direzione volesse tutelare chi ne ha più bisogno".
Un copione che si è ripetuto in tanti importanti fabbriche su tutto il territorio. I numeri del fenomeno sono sconosciuti, si possono solo stimare, non sono pochi "ma restano coperti da privacy, i casi sono noti solo dai dottori", precisa Bramante.
L’identikit però è certo: a rischio per le complicanze di un contagio da coronavirus sono soprattutto gli over 55 con malattie croniche, "una categoria sempre più numerosa, destinata a crescere, visto che si va in pensione sempre più tardi", sottolinea Occhiuto. Ma questa è tutta un’altra partita.
Barbara Calderola