LUCA TALOTTA
Cronaca

Dalla corsa all'adozione all'abbandono: è finito l'idillio Covid con cani e gatti

Giorgio Riva, coordinatore Enpa: "Ad agosto la presenza media nei canili è di 10 esemplari, quest’anno siamo a 50. Molti sono cani “di ritorno”: portati a casa nel 2020 in piena pandemia, sono poi diventati un peso"

Una volontaria al canile di Monza gestito dall’Ente protezione animali

Monza - Ogni estate l’emergenza è la stessa: l’abbandono dei cani. Quest’anno ad aggravare la situazione ci si è messo il covid. Che se da una parte ha aumentato gli affidi e le adozioni, dall’altra ha incrementato notevolmente le cessioni ai canili. È questo il quadro che disegna Giorgio Riva, presidente dell’Enpa di Monza, l’ente nazionale protezione animali e coordinatore della stessa per la Lombardia: "I dati su Monza ci dicono questo - esordisce - siamo passati dai 10 cani che avevamo a dicembre agli oltre 50 di agosto".

Riva, ci spiega com’è la situazione dei canili lombardi?

"Quest’anno abbiamo riscontrato un aumento di domande di cessione di cane; Monza a parte, che è un canile convenzionato con 17 comuni, la situazione è abbastanza omogenea in tutta la Lombardia"

Qualche numero? "La media di degenza è di 20 cani, ad agosto siamo arrivati a oltre 50. Capita tutti gli anni, ma se ci pensa l’abbandono è quintuplicato. E moltissimi cani sono stati ceduti, non trovati in giro ma ceduti da proprietari che non li volevano o potevano più tenere".

Il motivo? "Le cause sono tre: o si è preso un animale sbagliato e ci si è accorti che non si è capaci di gestirlo, oppure si tratta di cani che arrivano da zone d’Italia non socializzate a sufficienza. Altri sono cani di ritorno, dopo l’esplosione del 2020 causata dal covid".

Cioè? "L’anno scorso c’è stato il boom di adozioni; molte persone erano a casa, con parecchio tempo libero e si sono avvicinati all’idea di adottare un animale. Non sono state tutte adozioni fatte in maniera razionale, perché non si è pensato che il covid prima o poi si sarebbe attenuato e la vita normale sarebbe ripresa. E lì, per molti, l’animale si è tramutato in un peso. Nel Sud è peggio: i canali sono sempre pieni, anche con 500 e cani assiepati tutti assieme".".

C’è un rimedio?

"Basterebbe applicare una legge che esiste da 30 anni, la 218, quella che prevede il microchip e la schedatura dell’animale. Così facendo il randagismo, che in Lombardia è debellato da tempo, cesserebbe dappertutto. E con esso la proliferazione di animali con problematiche, che vengono magari presi da padroni non sempre attenti".

Molte persone si sono affidate a internet...

"E in molti casi questo va bene, ma il cane va anche educato, perché non nasce per stare chiuso in casa. Se passa dal canile ci accorgiamo dei difetti".

Per il futuro ha paura?

"No. Quella del covid è stata una bolla inaspettata, però ci ha aiutato ad avere un bilancio positivo, ci sono stati più cani usciti che entrati nei canili. Che ora però sono tornati a riempirsi".