GIANNI GRESIO
Cronaca

Gigi Conti, il cercatore d’oro monzese: la felicità sta in una pagliuzza

Da quasi trent’anni gira il mondo, partecipando anche a gare internazionali. Nel suo palmarès un titolo iridato nella cateogria veterani: "È un lavoro molto faticoso, ricchi non si diventa. Gli amici mi danno del pazzo".

Zio Paperone cercatore d'oro e il suo omologo monzese Gigi Conti

Monza, 21 novembre 2023 – Non ha dubbi in proposito e preferisce spazzare via subito pericolosi equivoci. Ricchi, in questo modo, non si diventa. La fatica, invece, è assicurata. "Una volta – ricorda Gigi Conti, 75 anni – ho portato degli amici con me su un fiume. A fine giornata, uno mi ha detto che ero pazzo. Lo sforzo fisico, in effetti, è notevole. Per trovare mezzo grammo di pagliuzze d’oro bisogna setacciare da 500 a 1.000 chilogrammi di sabbia". Parola di chi, alla febbre dell’oro, non ha comunque saputo resistere. Il cercatore monzese, oltretutto, in questa particolare disciplina ha saputo prendersi qualche bella soddisfazione a livello nazionale, continentale e mondiale.

Perché gli appassionati del settore si ritrovano regolarmente in giro per il mondo per contendersi titoli al termine di agguerrite contese. Nell’edizione 2008 del campionato mondiale, ospitata dalla cittadina spagnola di Navelgas, Conti si aggiudicò il primo posto tra i veterani.

Le gare

Le prove vengono disputate non su fiumi o torrenti, ma su campi-gara artificiali: i concorrenti devono operare dal bordo di vasconi contenenti acqua.

In un secchio viene messa sabbia asciutta e un numero di pagliuzze compreso tra 5 e 12. Il loro numero è sconosciuto al concorrente. Ogni scaglia non trovata costa tre minuti di penalità. Il cercatore-concorrente deve trovare tra la sabbia le scaglie d’oro roteando continuamente la batea, cioè il setaccio che deve essere maneggiato con sapiente destrezza.

Cos’è la batea

Batea che deve essere diversa a secondo del luogo di “pesca“. Ne esistono tanti tipi diversi. Hanno un diametro di 50 centimetri e un’altezza massima di 15. Sono realizzate anche in fibra di vetro, bachelite o plastica. Le più datate sono in ferro. Luigi ne possiede diverse: vengono anche dall’Australia, dagli Usa, dalla Svezia e dalla Germania. Conti, da anni costretto a dividersi tra la passione per la pesca sportiva (dal 1973 è iscritto alla società monzese Amo) e le uscite sui fiumi auriferi, grazie a questa passione ha avuto la possibilità di girare il mondo.

L’hobby

"Mi avvicinai a questo ambiente – racconta – nel 1995, grazie a Vittorio Mauri, un mio amico di Novate Milanese. Prima cercavo e collezionavo minerali, ma tra permessi e regolamenti anche questo hobby era diventato complicato. Decisi così di cambiare: provai a diventare cercatore d’oro e la cosa mi appassionò". Ha infatti partecipato a una ventina di edizioni dei Mondiali, conquistando complessivamente una decina di medaglie. Ma più volte si è fatto rispettare anche ai campionati europei. Questi ultimi vengono disputati solo quando i Mondiali non si svolgono nel vecchio continente. Nel 1996, all’Austrian Open, ottenne la medaglia d’oro nella categoria amatori.

In bacheca ha, invece, un solo titolo tricolore. Fa parte dell’Associazione cercatori d’oro biellesi. L’unico campo-gara italiano si trova appunto nel Biellese, a Vermogno di Zubiena. Conti si è dovuto prendere una pausa forzata lunga quattro anni per motivi di salute. Ma il ritorno è ormai dietro l’angolo. "L’anno prossimo – conclude – torno sui fiumi". Un ritorno al futuro in compagnia della moglie Anna, anche lei cercatrice appassionata.