BRUNO ANTONIO MIRANTE
Moda

La successione a Giorgio Armani: il testamento, uno statuto blindato, sei categorie di azioni, cosa succede ora

Nel Cda la sorella Rosanna (86 anni), il nipote Andrea Camerana, e le nipoti Silvana e Roberta Armani, figlie del fratello Sergio. Con loro, Pantaleo Dell’Orco e Federico Marchetti

Roberta e Giorgio Armani

Roberta e Giorgio Armani

Milano – Giorgio Armani è scomparso giovedì 4 settembre, all’età di 91 anni. Lascia al mondo molto più di un marchio: lascia un’idea, un’estetica, un modo di essere. E lascia anche un impero. Immenso, compatto, ordinato. Come i suoi tagli. Il fondatore della Giorgio Armani S.p.A. – nata il 24 luglio 1975, cinquant’anni fa esatti – ha preparato tutto per tempo. Nessun dettaglio è stato lasciato al caso. Un testamento, uno statuto blindato, sei categorie di azioni. E, sullo sfondo, la Fondazione Armani che avrà un ruolo guida nel post-Giorgio.

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Giorgio Armani è morto all'età di 91 anni

L’eleganza come eredità

“L’eleganza non è farsi notare, ma farsi ricordare”, diceva. Re Giorgio non ha avuto figli, e quindi nemmeno eredi diretti. Ma ha avuto tempo per pensare a chi e come lasciare le chiavi del suo mondo. La sua famiglia c’è, e non è solo sangue. Nel consiglio di amministrazione siedono la sorella Rosanna (86 anni), il nipote Andrea Camerana (55), e le nipoti Silvana (69) e Roberta Armani (54), figlie del fratello Sergio. Con loro, Pantaleo Dell’Orco (72), amico di sempre e consigliere delegato, e Federico Marchetti, fondatore di Yoox.

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Un colosso da 13 miliardi

Il patrimonio personale di Armani è stimato tra gli 11 e i 13 miliardi di euro – 11,5 secondo Forbes – ma il gruppo non è quotato in Borsa. Dunque, niente oscillazioni, niente pressioni dal mercato, niente consigli da finanzieri. L’azienda è rimasta nelle sue mani fino all’ultimo: il 99,9% era suo, lo 0,1% della Fondazione. E proprio da qui passerà il futuro.

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I numeri del gruppo

Il bilancio del 2024 racconta di una realtà solida: 2,3 miliardi di fatturato (in calo del 5% sul 2023), 74,5 milioni di utile ante imposte e investimenti più che raddoppiati, a quota 332 milioni. L’impero oggi conta 8.700 dipendenti e negli ultimi quattro anni ha generato quasi 600 milioni di utili. Soldi veri, che sono arrivati agli azionisti sotto forma di dividendi. E che rappresenteranno la prima fonte di reddito per gli eredi. Ma Armani era molto di più di una griffe. Profumi, occhiali, makeup, sport, design d’interni, hotellerie di lusso. Fino alla pallacanestro: era lui il patron dell’Olimpia Milano.

Il futuro è già scritto

Il testamento sarà aperto a breve, ma lo statuto della società parla chiaro. La governance è stata pensata nei minimi dettagli: sei categorie di azioni, poteri ben distribuiti, e soprattutto un vincolo fondamentale – la tutela dello stile Armani, tanto nei prodotti quanto nella conduzione aziendale.