
A 40 minuti da tutto. Dallo Scudetto, dalla Stella, dal trionfare anche in una stagione dove tutto sembrava essere iniziato storto. Il Milano Quanta ha vinto anche gara-2 della finale Scudetto della Serie A di hockey inline contro i Diavoli Vicenza.
Nella sfida disputata al Quanta Club di via Assietta, a Milano, la formazione di coach Luca Rigoni è riuscita a recuperare una gara che si era messa male, rimontare anche uno svantaggio di due reti e vincere poi all’overtime per 4-3. E ora la serie è già sul 2-0, con la concreta possibilità che domani, in gara-3 al PalaFerrarin di Vicenza, si possa festeggiare la conquista del decimo Scudetto della storia del club meneghino.
Inizio non di certo positivo per i milanesi, che subiscono due reti in appena un minuto: prima ci pensa Frigo su assist di Roffo, poi è la volta del grande ex Delfino su passaggio vincente di Sigmund. Subìto il doppio svantaggio Milano non si disunisce e riesce a dimezzare le distanze con Lettera (assist di Fabio Rigoni). E il primo tempo si chiude sul 2-1 per i Diavoli Vicenza.
Nella ripresa arriva anche il terzo gol dei veneti con Macdonald, a segno anche in gara-1, prima della rinascita di Milano. A 5.42 dalla fine ci pensa l’eterno Comencini su assist di Caletti, poi lo stesso Caletti ristabilisce la parità ad appena 48 secondi dalla fine del match.
È una mazzata per i Diavoli Vicenza, che infatti all’overtime abdicano: ci pensa Bellini, è 4-3 Milano.
E ora lo Scudetto, il decimo della sua storia e il nono consecutivo, è davvero lì ad un passo. Nonostante la formazione milanese non partisse con i favori del pronostico. E nonostante Vicenza, fino a gara-1 della finale Scudetto, aveva messo in cascina un percorso netto, fatto di sole vittorie in tutta la stagione finora disputata, tra Regular Season, Master Round e, ovviamente, i playoff.
Milano ha saputo reagire quando ce n’era bisogno, eliminando nei quarti Torino e, in semifinale, la sorpresa Asiago.
Un modo anche per riprendersi una bella e sonora rivincita dopo lo schiaffo morale ricevuto dalla federazione, che le aveva assegnato due sconfitte a tavolino (proprio contro Torino e Vicenza) per non essersi presentata alla gara causa i tanti positivi al covid. Proprio lei che aveva lottato per ottenere i tamponi pre gara obbligatori. Ma il destino, si sa, è galantuomo e alla lunga potrebbe davvero ripagare il club, al termine di una stagione turbolenta come non mai. E permetterle di cucirsi addosso la fatidica Stella, simbolo dei dieci scudetti conquistati. Quella a cui ambiva anche il compianto patron Umberto Quintavalle, vero artefice della nascita di questa storia sportiva incredibile.