MATTIA TODISCO
Milan

Il Milan e quel pilastro di nome Suso

La società e Montella hanno creduto in lui: veloce e tecnico, toglierlo dai titolari è impossibile

Suso (LaPresse)

Milano, 4 settembre 2017 - Un anno fa, di questi tempi, Vincenzo Montella era intento a spiegare alla dirigenza del Milan che nelle mille difficoltà di un calciomercato con pochi denari in tasca sarebbe stato già un bel regalo poter trattenere Suso in rosa. Erano tempi di vacche magre, sempre più lontani se confrontati con la faraonica spesa dell’ultimo trimestre per allestire una rosa da top club, e senza grandissime risorse bisognava ingegnarsi con quel che già era presente a Milanello. Lo spagnolo, dal canto suo, era reduce da un’esperienza molto positiva al Genoa, dove le sue indubbie qualità tecniche avevano sposato una continuità di rendimento ancora mai trovata in carriera. Il tecnico ha avuto dei meriti a crederci e durante la stagione la scelta ha pagato dividendi importanti. In pochi, forse nessuno, ha fatto la differenza durante la stagione passata come l’iberico, anche se poi il campionato è finito con una qualificazione in Europa League da cogliere attraverso i preliminari estivi.

La sessione appena finita di calciomercato è stata di poco differente per Suso. Non c’è mai stata una vera trattativa con altre realtà, ma i corteggiatori erano alla porta, ad aspettare un minimo segnale di rottura e certe voci su un cambio di modulo (dal 4-3-3 al 3-5-2) sembravano essere il grimaldello per aprire delle crepe nel feeling tra il giocatore e l’ambiente rossonero. Se questa svolta tattica non è ancora avvenuta i motivi sono da ricercare in diversi fattori, ma uno di questi è proprio l’impatto dello spagnolo, che al di là delle voci di corridoio resta una pedina imprescindibile per Montella.

L’inizio del campionato ha dimostrato che togliere Suso dall’undici titolare, oggi, sarebbe un clamoroso autogol. In una sfida come quella con il Cagliari a San Siro il suo apporto si è rivelato fondamentale: assist per la rete del primo vantaggio firmato da Cutrone e punizione vincente del 2-1 dopo il momentaneo pari siglato da Joao Pedro. Non un gol banale, al di là del peso specifico, ma una prodezza balistica. Sebbene i suoi movimenti siano spesso molto simili tra loro quando punta l’avversario (essere un mancino naturale lo porta a cercare il piede «forte») fermarlo per chi se lo trova davanti è ormai diventato un rebus. Fassone e Mirabelli, artefici della rivoluzione estiva in termini di mercato, si sono presto accorti che una delle necessità più impellenti è blindare l’esterno offensivo. Il nuovo contratto dovrebbe avere come scadenza giugno 2022, un quinquennale a 2.5 milioni a stagione. A trattare il prolungamento è Alessandro Lucci, che in questi mesi ha chiuso diverse operazioni con la dirigenza rossonera. Una garanzia in più del fatto che la stretta di mano e la conseguente ufficialità arriveranno molto presto.