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Milan, quanto conta la presenza di Berlusconi

Pensieroso, corrucciato, preoccupato. Solo alla fine rilassato. Quasi mai sorridente. A guardare ieri il volto di Silvio Berlusconi, non è che il Milan o Mihajlovic possano fare i salti di gioia. E’ vero, la vittoria è arrivata (seppur in extremis) ed era il minimo sindacale che il presidente pretendeva dal gruppo di Giulio Mola

milano, 26 ottobre 2015 - Pensieroso, corrucciato, preoccupato. Solo alla fine rilassato. Quasi mai sorridente. A guardare ieri il volto di Silvio Berlusconi, non è che il Milan o Mihajlovic possano fare i salti di gioia. E’ vero, la vittoria è arrivata (seppur in extremis) ed era il minimo sindacale che il presidente pretendeva dal gruppo. Ma i problemi restano, e non possono essere cancellati da una classifica che addolcisce il pomeriggio di enorme sofferenza. Il Milan era e resta un cantiere aperto, una squadra senza leader e molto fragile dal punto di vista psicologico. Nulla si può dire sull’impegno, lotta e corre con cuore e orgoglio, ma spesso ha la tremarella nelle gambe che non le consente di chiudere il match in anticipo. E poi continua a subire gol evitabilissimi: attenzione però a non scaricare adesso tutte le colpe sul giovanissimo Donnarumma, lanciato nella mischia al posto del più esperto Diego Lopez.

Una mossa forse azzardata, quella di Mihajlovic, che ora dovrà restituire tranquillità al baby portiere (perché mica potrà bocciarlo dopo una sola gara, anzi, dovrà concedergli la fiducia già mercoledì contro il Chievo) e “soffocare“ eventuali polemiche dello spagnolo che ha mal digerito la clamorosa esclusione. Insomma, per l’allenatore che attende anche il recupero di Balotelli non saranno settimane facili. Sa che la panchina èuna graticola incandescente, ma può consolarsi col fatto che la Proprietà sia tornata a farsi sentire. Silvio Berlusconi per la terza volta in cinque giorni ha visto e incontrato la sua squadra: dal ko di mercoledì contro i ragazzi dell’Inter agli incitamenti del sabato di vigilia, poi ieri il sospiro di sollievo. C’è ancora tanto da fare, è vero, ma la presenza del primo tifoso rossonero già basta per riportare un pizzico di fiducia in un ambiente che sembrava assai depresso.

di Giulio Mola