
L’Alcione sogna i “pro“. E prepara la nuova Arena
Il sogno è ancora vivo. Il professionismo, la Serie C, guadagnata dall’Alcione lo scorso anno sul campo tramite i playoff tra i dilettanti, vinti dopo il secondo posto nel girone B. Mancavano però i presupposti in termini d’impiantistica, come hanno stabilito prima la Figc e poi il Coni, ed è per questo che se la cavalcata nel girone A finirà positivamente (gli orange sono in testa) è già previsto un intervento per avere dalla Prefettura il nulla osta che non è arrivato al termine della passata stagione.
Intanto all’Arena Civica c’è l’Inter Femminile, dallo scorso derby, vinto 1-0 col Milan e che ha inaugurato il nuovo percorso delle nerazzurre in quella che sarà la loro casa. Una prima parte dei lavori è stata quindi già effettuata e la seconda sarà messa in conto qualora il passaggio alla categoria superiore dovesse riuscire agli arancioni.
L’Alcione si è presentata con questo intento ai nastri di partenza. Ha avuto due giornate fa una battuta d’arresto contro la Vogherese, ma è stata anche l’unica nelle ultime undici apparizioni, nonché la seconda in tutto il campionato, nel quale i ragazzi di Cusatis vantano il miglior attacco e la seconda miglior difesa. Domani affronteranno fuori casa il Bra provando a dar seguito alla vittoria del passato weekend contro il Chieri, specchio di quelle che sono le difficoltà della stagione. Un’annata nella quale gli orange sono la formazione da battere, una delle società più strutturate, con un campo in sintetico che mette addirittura in difficoltà i giocatori quando si ritrovano a calcare in trasferta manti erbosi che non sono proprio un biliardo. Ironia della sorte, a poche strade di distanza dal Kennedy c’è uno stadio Meazza che Inter e Milan vorrebbero lasciare nei prossimi anni, non avendo trovato un accordo sul progetto di rifacimento del distretto, comprendente anche un nuovo San Siro. L’Alcione del presidente Giulio Gallazzi, che guida il club assieme a Marcello Montini, ha portato realtà come Banca del Fucino a investire nel progetto e pur facendo un passo alla volta non ha intenzione di fermarsi alla categoria più bassa del professionismo, quando ci arriverà. Dopo la C c’è la B e poi chissà. Il massimo dirigente non nasconde che si vedrebbe di buon occhio alla Scala del Calcio. "Noi abbiamo messo mano a un progetto per rendere agibile l’Arena ma è chiaro che se San Siro dovesse rimanere lì, una riflessione si imporrebbe", ha dichiarato Gallazzi in un’intervista a Tuttosport.
Già fare in modo che Milano abbia una terza squadra tra i Pro è un’avventura che nessun altro si è sentito di portare avanti negli anni scorsi. Pro Sesto e Monza, in quest’ultimo caso prima dell’avvento di Berlusconi e Galliani, sanno bene che la vicinanza coi colossi rossonerazzurri toglie molto ai margini di crescita, assorbendo sponsor e attenzioni. Figurarsi cosa significa tentare un’impresa del genere direttamente a Milano, puntando fortemente su un settore giovanile che è sempre stato all’avanguardia come risorsa per garantire uno zoccolo duro. Non fosse stato per la querelle sull’impianto, la città avrebbe già avuto il suo terzo polo calcistico in Serie C.
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