
Una rivalità infinita. L’inizio del campionato è ancora lontano, ma il confronto tra Olimpia Milano e Virtus Bologna è appena cominciato.
Il confronto che, nelle ultime due stagioni, ha regalato anche la vincitrice dello scudetto – Virtus nel 2021, Milano pochi mesi fa – minaccia di restare acceso per tutto il campionato, al di là degli incroci che ci saranno, tra i due club, anche a livello di Eurolega.
Ettore Messina, che aveva cominciato la carriera proprio all’ombra delle Due Torri, vincendo complessivamente tre scudetti (1993, 1998 e 2001), due Eurolega (1998 e 2001), una Coppa delle Coppe (1990) e quattro Coppe Italia dal 2019 è l’head coach dell’Olimpia.
Le frizioni, anche a livello di tifoseria, non sono state dimenticate. Anzi, in occasione del Media Day promosso dal club campione d’Italia, Messina è tornato sulla rivalità tra i due club e senza mezzi termini punta l’indice contro la sua vecchia società.
"Non c’è acredine, c’è stata maleducazione da parte loro. Sfido a trovare una nostra dichiarazione irrispettosa. Sono solo state le loro voci. C’è chi dice che dopo la partita ci si stringe la mano e si va oltre, io faccio fatica e non dimentico. In passato mi hanno detto che per la memoria sono un incrocio tra un elefante e un carabiniere".
Se la Virtus, in tempi lunghi, sogna la seconda stella, Milano va di fretta verso la terza.
Parla anche di Nazionale, Messina, dal momento che l’attuale ct, Gianmarco Pozzecco, fino a pochi mesi fa era proprio il suo vice sulla panchina dell’Olimpia.
"È capitato anche a me nel 2017 – ricorda –. Gallinari si infortunò, noi uscimmo in quell’Europeo ai quarti con la Serbia. Magari con Gallinari sarebbe andata diversamente. Pozzecco è sicuramente la persona giusta per tenere alto lo spirito del gruppo dopo questo duro colpo, trovo giusto richiamare Tessitori che garantisce chili e centimetri. Abbiamo tanti giocatori capaci di segnare e che non hanno paura di tirare".
Resta la polemica strisciante con la Virtus, che per il momento decidere di mantenere un profilo silenzioso. Sarà il campo, nei prossimi mesi, a parlare.