
Luciano Spalletti
Milano, 14 maggio 2019 - Luciano Spalletti può commentare un successo, non così facile rispetto a quanto si poteva ipotizzare, contro un Chievo Verona arrivato a San Siro senza velleità di classifica ma deciso a fare bella figura. «Abbiamo mostrato maturità. Testa lucida nel non sbagliare le scelte da fare. Abbiamo sbagliato qualcosa, portando la palla da parte a parte – dice il tecnico dell’Inter, nonostante il successo – perché la loro linea difensiva lo imponeva e non siamo stati bravi a dare quei palloni che suonano e non arrivano con la velocità giusta. Su quello si può fare meglio». Il punto sul futuro, ovviamente, fa ancor più notizia rispetto all’attualità, nonostante una Champions ancora da conquistare.
«Sono tre mesi che si dicono le stesse cose. Chi ha qualità lo dice una volta sola, a me invece domandate le stesse cose, sono maleducato se non rispondo? Se i giornali scrivono sempre la stessa cosa qualcosa la sapranno. Da dove arriva lo spiffero? Non lo so, ma ora arrivano a fare offese ben precise: bollito, alla frutta... Queste sono offese, poi io mi difendo e difendo l’Inter, non sono nervoso. Durante la stagione ci sono momenti in cui qualche posizione va presa. Da otto anni all’Inter fanno la stessa cosa, io dico a tutti gli interisti di difendersi. Marotta cerca di fare il meglio per l’Inter, ma vedo disparità nei trattamenti. Si è cattivi, offensivi. Sarà per le amicizie, per le familiarità, ma non è normale». Quasi un modo per rassegnarsi a ciò che verrà.
Anche Radja Nainggolan non dà ancora per raggiunto l’obiettivo. «Mancano ancora due partite, importa solo fare punti per stare davanti agli altri. Lo ripeto da settimane: dipende solo da noi, tutti insieme dobbiamo lottare per questo obiettivo. Siamo uniti e si è visto anche per come sono entrati Gagliardini e Candreva. Il Chievo è già retrocesso, hanno messo ragazzi che hanno giocato poco perché volevano dimostrare. Difficile trovare gli spazi giusti». Il Ninja non è voluto invece entrare sulle questioni riguardanti il futuro dell’allenatore, Luciano Spalletti, colui che lo ha voluto in nerazzurro dopo la comune esperienza a Roma. «Queste sono cose che spettano alla società», ha tagliato corto il centrocamp